Marco Ambra

Oltre la crisi dell’istruzione

La rappresentazione mediatica delle proteste studentesche della scorsa settimana, concentrandosi sulla distinzione tra vittime e carnefici, lascia sullo sfondo gli interrogativi posti dalla protesta stessa, ovvero il problema dello stato della scuola pubblica in Italia.

1929, cercando un’altra Davos (2)

A Davos, nella primavera del ’29, andò in scena lo scontro tra gli archetipi dei modi di interpretare il ruolo dell’intellettuale nell’ascesa della società di massa, lo scontro rappresentato nel 1924 da Thomas Mann in La montagna incantata tra Settembrini e Naphta [1]

1929, cercando un’altra Davos (1)

C’è una menzogna al fondamento di tutti gli articoli, i libri, i post che parlano della crisi attraverso il linguaggio della sua mathesis universalis, dell’economia politica. È un inganno ingenuo, spesso non premeditato, per cui premesse e conclusioni dei ragionamenti coincidono, si anticipano, si inseguono in un gioco di rimandi senza uscire dalla calzatura stretta dell’opinione economico-erudita.

Scuola e istruzione beni comuni (2)

Al provveditorato, disse la professoressa, facevano, scusando il termine, schifo, davano il posto a chi aveva più raccomandazioni, a lei avevano levato almeno sei punti e mezzo, nella graduatoria, e oltre tutto quella storia di riservare il cinquanta per cento dei posti ai reduci era l’ora che finisse, come era finita la guerra, ormai da cinque anni, e oltre tutto la guerra non l’avevano mica fatta soltanto gli uomini, anche alle donne era toccata la loro parte.

Close