
L’esperienza delle persone queer in “Orie...
La connessione implicita tra queerness e bianchezza è una caratteristica fondamentale della liberalità occidentale
La connessione implicita tra queerness e bianchezza è una caratteristica fondamentale della liberalità occidentale
Dopo l’introduzione a “Il tempo dei migranti“, a cura di Stefano Rota dell’Associazione Transglobal, pubblichiamo oggi la seconda (qui la prima) delle tre interviste* dedicate al ruolo del tempo nei processi migratori.
Dopo l’introduzione a “Il tempo dei migranti“, a cura di Stefano Rota dell’Associazione Transglobal, pubblichiamo oggi la prima delle tre interviste* dedicate al ruolo del tempo nei processi migratori.
Presentiamo un’introduzione, a cura di Stefano Rota dell’Associazione Transglobal, a tre interviste* che verranno pubblicate nelle prossime settimane, dedicate al ruolo del tempo nei processi migratori.
Una lettura di “Cronistoria semiseria di un operatore sociale precario” (Edizioni Spartaco, 2014) di Marco Ehlardo, con una testimonianza di Tamara Ferrari. Introduzione di Carlo Ciavoni,
Diritto degli stranieri, asilo e cittadinanza per la legislatura 2013-2018: l’emergenza esplosa attorno a Lampedusa in queste settimane sta portando a galla i nodi di un sistema di accoglienza ampiamente inadeguato a svolgere la propria funzione. Accanto a una doverosa rappresentazione di questo scenario e alla sua indagine, risulta a nostro avviso necessario cercare di tracciare alcune direttrici che ne prefigurino il superamento.
Registrazione dell’intervento di Andrea Ravenda, coordinato da Tommaso Sbriccoli, in occasione della presentazione del suo libro “Alì fuori dalla legge. Migrazione, biopolitica e stato di eccezione in Italia” (Ombre corte 2011)
Capita a volte che io vada in qualche scuola media superiore per partecipare ad incontri sui temi del diritto d’asilo e dei rifugiati. I ragazzi mi dicono che per loro un rifugiato è una persona che scappa dalla guerra, o un uomo che è stato perseguitato per le sue idee politiche. La persona che di solito mi accompagna e porta la sua testimonianza di rifugiato è il più delle volte un ragazzo che, appunto, è scappato da una guerra o da una persecuzione dovuta alle sue idee politiche. Raramente ho una donna a fianco, e raramente i ragazzi mi citano esempi di donne fuggite per matrimoni forzati o perché attiviste in movimenti politici. Anche i media hanno questa tendenza a considerare il rifugiato come uomo: l’immaginario comune vuole e pretende che la persona in fuga e bisognosa di protezione sia esclusivamente di sesso maschile. Sebbene la percentuale di donne rifugiate presenti in Italia sia inferiore rispetto a quella degli uomini (circa il 10% del totale nell’ultimo trimestre del 2011), ciò non toglie che questa percentuale nasconda un valore assoluto ben preciso di donne che fuggono dal loro paese, con problematiche molto differenti da quelle degli uomini. E non dobbiamo dimenticare […]