Verso il 2014: la vigilia del lavoro culturale

Care lettrici e cari lettori, eccoci qui, alle porte del terzo natale assieme, pronte e pronti a farvi i nostri auguri di buone feste in attesa di ritrovarci, tra pochi giorni, già alle prese con il nuovo anno.

Ci piace pensare al Natale come a una di quelle occasioni che il calendario ci offre periodicamente per riposarci un po’ e al tempo stesso per tirare le somme del tempo trascorso fino a quel momento.

Quindi, mentre ognuno festeggia quello che più gli sta a cuore, noi festeggiamo questo ennesimo passaggio assieme: un “assieme” che si riferisce a una redazione sempre più numerosa e a un pubblico sempre più nutrito e affezionato.

Se nel corso dell’anno precedente il banco di prova è stato vedere se e come saremmo sopravvissuti alle differenti direzioni che le nostre vite stavano prendendo rispetto a una manciata di esperienze fino a quel momento condivise nello stesso luogo (l’Università di Siena), quello di quest’anno è stato capire se, nella distanza ma nella comune volontà, saremmo riusciti a nutrire questo spazio con lo stesso tenore intellettuale ed emotivo assicurando a noi stessi e a voi pari qualità, serietà e desiderio.

Ora, alle porte di questo 2014 e di questo spicchio di pausa che ci prendiamo fino al 6 di gennaio, possiamo tirare un sospiro di soddisfazione nel constatare che, grazie a voi, care lettrici e cari lettori, e grazie alla vostra presenza, restare e migliorare per noi è stata un’impresa senza pari, uno stimolo alla crescita.

Condurre una riflessione critica sul lavoro culturale in Italia mentre si vivono tutte le contraddizioni e le difficoltà che questa forma di vita ci porta a dover sostenere nella sua pratica quotidiana, non è semplice. Ma è chiaro che avere la possibilità di rendere partecipato un confronto sull’analisi di questa condizione e, al contempo, impegnarsi a produrre una lettura complessa sui tratti più densi della contemporaneità che ci ospita, diventa un atto politico che sentiamo, oggi più che mai, necessario.

E questo impegno anima ogni spazio di approfondimento che abbiamo aperto e che coltiviamo su questa piattaforma: da quello dedicato alla Scuola a quello dedicato alla Salute Mentale, fino ad arrivare a quello rivolto al mondo dei migranti e più nello specifico dei richiedenti asilo. E lo stesso è valso e vale per la dedizione con cui ci dedichiamo a produrre una lettura critica dell’umanitarismo delle gestioni emergenziali e della comunicazione del rischio e al monitoraggio delle esperienze di lotta che stanno costellando l’intera penisola, parte delle quali si sono trasformate nella rete di destinazioni di un viaggio imprudente durato da aprile a luglio e in via di elaborazione.

Convinti del fatto che certe letture possano fungere da antidoti indispensabili al disorientamento a cui ci costringe il tempo in cui viviamo – perché per andare nella giusta direzione bisogna saper leggere tra le righe -, assieme agli spazi di approfondimento e ai contributi che quotidianamente rilanciamo a partire dalle nuove relazioni che nascono nel corso del tempo, ci siamo concentrati sempre più sull’arricchimento degli scaffali della nostra Piccola Biblioteca delle Scienze Umane grazie al consolidamento della collaborazione già avviata con la casa editrice Nottetempo, ai primi passi di una nuova collaborazione con Derive Approdi, ad un sguardo critico sulle immagini in movimento e agli approfondimenti nel campo degli studi sul visivo.

Senza dubbio, assieme all’impegno e alla vostra presenza, a rendere stimolante questo ennesimo anno sono stati i compagni e le compagne di viaggio come 404-File not found, il Quinto Stato, Le Parole e le Cose, Doppiozero e tanti altri con cui, quotidianamente, abbiamo scambiato interrogativi, prospettive e letture sulla cultura di questo paese e dei mondi in transito.

Il lavoro culturale è una pratica a tratti solitaria e ad altri condivisa che ci impegna a coltivare una terra non sempre fertile, con la certezza che, se seminata, dei fiori ( o addirittura degli alberi) comunque ce li darà.

Con questa convinzione vi auguriamo buone feste regalandovi questa piccola perla: L’uomo che piantava gli alberi un film di animazione di Fréderic Back, tratto dal racconto di Jean Giono.

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