Non leggete i libri, fateveli raccontare (dai blog)

Quella che segue è la prima di alcune riflessioni sui temi della scrittura in rete, del lavoro culturale ai tempi di internet e dei nuovi linguaggi, in occasione dei seminari del 16 e 17 maggio.

lavoro culturale

Il Nostro Giovane Lettore […] si convinca subito che quel termine, “formazione culturale”, non significa ormai più nulla. Nessuna persona seria e pratica vuole oggi formarsi: basta informarsi. [Luciano Bianciardi]

L’informazione informa i fatti, non sui fatti. [Carmelo Bene]

Che si tratti di poesia, recensioni, pettegolezzi, critica, giornalismo d’inchiesta o informazione il ruolo di tanti siti e blog e riviste nella formazione e nella circolazione del sapere è ormai dato per scontato, tanto che anche i quotidiani e la stampa tradizionale se ne sono accorti. E ciò è accaduto già da tempo, a dire il vero, indipendentemente dalla solitudine onanistica in cui si crogiolano molti intellettuali e letterati nostrani, i quali, nel migliore dei casi, usano (e non abitano) i luoghi della Rete per fare mera promozione di sé e dei propri parallelepipedi di carta.

Quello di cui a mio giudizio bisognerebbe prendere definitivamente atto è che i blog sono i nuovi intellettuali. E i motivi sono molteplici; qui provo ad elencarne alcuni, senza per questo considerare esaustiva la liste che segue:

1. In primo luogo parlo di blog e non di bloggers: spesso e volentieri dietro a dei siti esiste un nutrito gruppo di redazione, il cui lavoro – che è di per sé, come ha discusso qui Simone Ghelli, una palestra di formazione – si articola intorno a una linea editoriale più o meno precisa. Non solo: la possibilità che la Rete offre di rivestire identità molteplici fa sì che spesso un blog non si identifichi con il suo autore se non marginalmente, o sia comunque una sola delle molte presenze/attività di quell’autore.

2. Molti blog dimostrano un grado di competenza particolarmente elevato, e spesso molto più elevato della stampa tradizionale o persino di chi avoca a sé una quanto mai ridicola titolarità della conoscenza: giornalisti, opinionisti, professori, commentatori e via dicendo.

3. Se è vero che la Rete è l’occasione data a chiunque di vomitare qualsiasi sfogo personale o di diffondere informazioni false, è anche vero che essa contiene i suoi stessi anticorpi. La presenza sul web si basa su un concetto che – paradossalmente – è pre-moderno: il riconoscimento collettivo. La credibilità di un blogger è data dalla qualità dei suoi contenuti e allo stesso tempo dalla sua capacità di tessere contatti, creare consenso, allargare la sua risonanza, parlare un linguaggio che non escluda la complessità ma sia in grado di dipanarla e chiarirla.

4. Molti intellettuali – non tutti, per fortuna – hanno da tempo abdicato a un qualsiasi ruolo sociale, preferendo chiudersi nella sicurezza delle loro prebende e delle loro camarille. Lasciano inattesa, in questo modo, la necessità che molte persone hanno di capire gli accadimenti e i fenomeni della contemporaneità: privi di interlocutori validi, spaesati di fronte a una crescente complessità del vivere, tanti cittadini si rivolgono alla Rete per cercare orientamento e approfondimento.

5. Il lavorìo minuto che molti blogger svolgono – favoriti in questo dalla conformazione stessa della Rete e delle tecnologie digitali – è quello di una lenta socializzazione intorno a temi, idee, valori. Si tratta, cioè, di un lavoro culturale che è eminentemente politico: quello di aggregazione e consolidamento di piccole (e talvolta anche grandi) comunità di cittadini.

Questa lista di punti – lo ribadisco – non è certo esaustiva, e la sua brevità è dettata dal fatto di essere un primo appunto di una riflessione in corso che vorrebbe includere il contributo di molti altri: quella che concerne l’evoluzione di un nuovo modello autoriale. Di fronte all’erosione – se non addirittura al disfacimento – di un certo paradigma della sovranità è necessario ripensare una nozione di autorevolezza che parta dalle pratiche, dalle esperienze e dai crediti di cui è ricco il web italiano.

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