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La cura della fragilità: il sentiero da intrapr...

Pubblichiamo la recensione di Andrea Ferraretto, giornalista e scrittore, al volume “Non più e non ancora. Le aree fragili tra conservazione ambientale, cambiamento sociale e sviluppo turistico”, recentemente pubblicato da Rita Salvatore ed Emilio Chiodo (con prefazione di Giorgio Osti) per Franco Angeli.

Sismografie. Ritornare a L’Aquila mille giorni ...

di Daniele Salerno [questa recensione è già apparsa sul blog del Centro TraMe] Sismografie. Ritornare a L’Aquila mille giorni dopo il sisma è una raccolta di nove saggi a cura di Fabio Carnelli, Orlando Paris e Francesco Tommasi, pubblicata poche settimane fa da Edizione Effigi. Nelle intenzioni dei curatori non si tratta di commemorare, bensì di rimemorare la catastrofe dell’Aquila. Se il lavoro di commemorazione fissa l’attenzione sull’ evento singolo, straordinario e puntuale all’origine del trauma – una scala temporale, quella dell’evento, che la commemorazione condivide con il discorso giornalistico ed emergenziale –, il lavoro della rimemorazione esige uno sguardo lungo sui fenomeni, capace di tenere insieme le storie e di metterle a confronto: se la commemorazione lavora marcando una discontinuità narrativa, la rimemorazione è “ricostruzione” di una continuità di senso nel dopo-catastrofe . I nove contributi – risultato di una rielaborazione di articoli pubblicati online sul blog di Il lavoro culturale – sono divisi in tre sezioni tematiche: Economie del sisma, Ricostruire l’abitare e Spettrografie. Nonostante la diversità delle prospettive disciplinari, delle aree d’analisi e delle metodologie applicate, mi sembra che emerga nei nove saggi una problematica comune: il rapporto tra l’agire “dall’alto” dell’istituzione e l’azione “dal basso” dei cittadini. Da una parte ci vengono così descritte le pratiche governamentali – per dirla con Michel […]

Visioni e impronte nel presente: su Madreferro ...

di Vincenzo Idone Cassone   «ma forse la guarigione può iniziare soltanto quando ci saremo lasciati alle spalle il mito della madre. Perché noi siamo vittime non tanto dei nostri genitori, quanto dell’ideologia del genitore; non tanto del potere fatale della madre, quanto della teoria che le attribuisce quel potere fatale» James Hillman «vi sono momenti in cui c’è bisogno dell’aiuto dei morti» Robert Pogue Harrison   Le due citazioni che aprono Madreferro (Perdisa editore, 2012) di Laura Liberale situano le coordinate fondamentali della riflessione del romanzo, che vorrei ora ripercorrere: in particolare, quell’intreccio inestricabile che fonda e oppone l’individuo e la specie attraverso i temi della sanità, dell’appartenenza, dell’aiuto e del fato. Ma (come in un rito) compiamo un passo alla volta: Madreferro racconta (in prima persona e semi-autobiograficamente) del ritorno di una scrittrice/ricercatrice al paese in cui è cresciuta, Fabrica, nel Canavese, apparentemente in ricerca di studio e ispirazione, ma (già nella prima visita alla prozia) segnato da un percorso a ritroso nella memoria di sé e delle donne della sua famiglia, della storia di un paese che intanto vive l’immigrazione cinese con sempre maggiore timore; processo che disvelerà quanto di ctonio e nottifero le eredità personali e comunitarie possiedono ancora. Ma […]

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