
Falafel e conflitto
Cibo e identità fra Israele e Palestina.
Un intervento di Azmi Bishara, ex membro palestinese del parlamento israeliano e direttore dell’Arab Center for Research and Policy Studies. La traduzione è di Saverio Leopardi.
Pubblichiamo alcuni passaggi dell’intervista di Cinzia Nachira e Nicola Perugini a Ella Shohat, contenuta all’interno del libro “Le vittime ebree del sionismo” (Edizioni Q). Il lavoro di Ella Shohat analizza le ripercussioni della fondazione dello Stato di Israele sugli ebrei orientali.
È appena uscito per Diabasis il libro del politologo Neve Gordon. Pubblichiamo la prefazione dell’autore.
A gennaio in Italia è stato lanciato Stop Technion, un appello nazionale per il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane. L’appello, che si unisce ad altre iniziative internazionali che hanno visto studiose e studiosi di molti paesi prendere posizione a favore del boicottaggio, ha superato le 330 firme.
A sette anni dall’operazione Piombo Fuso, pubblichiamo oggi un estratto da “Gaza e l’industria israeliana della violenza”, di Enrico Bartolomei, Diana Carminati e Alfredo Tradardi (Derive Approdi 2015).
Mentre gli esperti discutono se quello cui stiamo assistendo è l’inizio della Terza Intifada, una nuova generazione di giovani palestinesi a Gerusalemme e in Cisgiordania sta sfidando l’opprimente status quo creato dagli Accordi di Oslo, consolidato dall’occupazione israeliana e protetto dall’Autorità Nazionale Palestinese e dalla sua élite neoliberista.
Incontro i membri della Society of Social Work Committee nel centro di Tulkarm, cittadina della West Bank tra Nablus e Jenin e l’israeliana Natanya. L’associazione si occupa dei problemi causati dall’inquinamento ambientale e si offre di far fare a me, e un giovane gruppo di donne palestinesi, un tour tra i veleni della città.
Recentemente ho attraversato il King Hussein/Allenby Bridge per la prima volta nella mia vita. Il ponte, situato tra la Giordania e i Territori Palestinesi Occupati (TPO), è considerato un confine dal governo israeliano, che avanza pretese su tutta la Cisgiordania, ma non dalle autorità giordane, che lo considerano il risultato dell’occupazione militare israeliana post-67.
Il 26 giugno Campus in Camps, a cui abbiamo già dato spazio in passato, ha inaugurato una nuova forma architettonico-politica nel campo profughi di Dheisheh, a Betlemme. Pubblichiamo qui la traduzione in italiano del testo con cui Campus in Camps ha lanciato questo inedito e affascinante progetto.