NPC!11 Non si può coprire qualcosa che brucia

di Francesco Tommasi

Nasce in Valdarno il Festival Ne Pas Couvrir: una valle stretta fra le colline del Chianti da un lato e la catena montuosa del Pratomagno dall’altro, un territorio racchiuso da confini votati all’agricoltura mezzadrile. Mentre nel centro della valle, come per opposizione, le risorse disponibili hanno permesso lo sviluppo di piccoli centri urbani e industriali. Un fiume con il suo carico di detriti forniva la materia prima per la costruzione edile: cave sempre attive prelevavano dal suolo sabbia e rena, indispensabili per la costruzione delle nuove periferie. Non mancava la manodopera dei contadini che lasciavano l’altezza della campagna e la dura vita della mezzadria per trasformarsi in cittadini, operai, impiegati, minatori e riempire gli abitati popolari che qualcuno ancora oggi chiama “case Fanfani”. La miniera di lignite, o come viene chiamata localmente con il suo nome generico carbon fossile, era il motore propulsivo dello sviluppo industriale della zona. Il combustibile, trasportato con il trenino che parte e va come recita un famoso canto [1], veniva utilizzato, oltre che per il riscaldamento domestico, per alimentare le fucine dello sviluppo industriale: l’altoforno per la produzione del ferro de “La Ferriera del Valdarno”, le caldaie della centrale termoelettrica e le fornaci delle vetrerie e del mattonificio.

Cosa resta di quei luoghi di lavoro e di un periodo di ottimismo esistenziale? Rimangono solamente gli spazi, trasformati o abbandonati: come Castel Nuovo dei Sabbioni, evacuato e poi ricostruito poco sopra negli anni settanta per un pericolo di cedimento del terreno. Gli intensi scavi e l’erosione del suolo avevano ridotto il paese a giacere a ridosso delle cave di lignite che alimentavano la centrale termoelettrica di Santa Barbara. In uno di questi luoghi, rimasti vuoti del senso strutturale che li ha prodotti e resi tali, nasce il Festival Ne pas Couvrir. Risale a sei anni fa la prima edizione, quando un gruppo di quella parte di popolazione che qualcuno ha definito “l’Italia peggiore”, decide di mettersi insieme, fondare un’associazione e diventare parte attiva di un territorio. Cave di Santa Maria diventa l’ambientazione del festival, un luogo affascinante, che a prima vista potrebbe essere equiparato alle ormai tradizionali verdi colline toscane. Ma questa conca di terreno dalla quale si ricavava la sabbia, come del resto anche la dolcezza delle curve delle colline, è il frutto di un lungo lavoro di erosione o di scavo che lascia una traccia permanente del suo passato prossimo.

Non si può coprire l’identità di un luogo, per questo, per restituire alla cittadinanza la fruizione di uno spazio che le appartiene profondamente, l’associazione Diversi-Uguali organizza un festival dalle caratteristiche decisamente musicali. Il 14,15 e il 16 luglio saranno gli Aucan, i One Dimensional Man, i Bud Spencer Blues Explosion e i Marta sui Tubi i gruppi principali che si esibiranno nell’edizione 2011, affiancati però da molti altre band musicali della zona. A fianco della musica “nepARTcouvrir!” si propone come una piazza, un luogo di incontro e scambio di performance artistiche, istallazioni fotografiche e pittoriche: una sorta di centro di osservazione dello stato di creatività del territorio.

Non resta che aspettare l’inizio del festival per vedere se musica, arte e spettacolo saranno capaci di restituire senso e vitalità ad un luogo che la lenta crescita dell’erba e delle piante ha quietato da tempo.

Note


[1] “Ecco i’ trenino che parte e va a San Giovanni deve porta’. Donne dei minatori fiere nei loro cuori che tutti i giorni debban lotta’ per un pezzo di pan. Bada governo bada, l’è tinta male, si chiede solamente di lavorare. Basta con le promesse fatte da Togni, si chiede pane e te non ti vergogni. Negare pane poi ’un è da cristiani, per voi si mangerebbe sempre domani.”

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