Siria-Libano

Siria. Basta col sostegno alla repressione

[ripubblichiamo e aderiamo all’appello già apparso sul blog SiriaLibano] Con questo appello ci dissociamo e condanniamo la posizione e il tipo di copertura mediatica che molti movimenti e testate giornalistiche italiane – da alcune d’ispirazione pacifista e anti-imperialista a quelle vicine ad alcuni ambienti cattolici o filo-israeliani – dimostrano nei confronti della rivoluzione in Siria. Molti di questi attori continuano a offrire un resoconto distorto degli eventi in corso, sostenendo che la rivolta è guidata dall’esterno, dunque non autentica, mettendone in dubbio il fondamento pacifico e sostenendo di fatto la brutale repressione da parte del regime di Bashar al Asad. Usano categorie che appartengono a una logica capovolta: diventa “laico” un regime clanico e che da decenni esercita il potere sfruttando le divisioni comunitarie; diventa “terrorismo” la resistenza a una repressione feroce del dissenso. In modo altrettanto grave, questi sostenitori del regime di Damasco ignorano o fanno finta di ignorare i numerosi e drammatici episodi di dissenso interno contro il regime degli al Asad da quarant’anni ad oggi, considerando nella loro analisi solo gli eventi post-15 marzo 2011. I firmatari di questo appello sostengono che: 1) La rivoluzione siriana è spontanea e di natura popolare, nata sulla scia delle altre rivolte […]

Il “Teatro di Beirut” si salverà?

In questi mesi, con il Focus Riprendiamoci il Valle vi abbiamo raccontato i protagonisti, le azioni politiche e culturali intraprese dagli occupanti del Teatro Valle, dal gruppo veneziano S.a.L.E. Docks ai Magazzini del Sale, dal Teatro Marinoni e dagli insorti del Teatro Coppola. Oggi ripubblichiamo un articolo apparso sul blog SiriaLibano sulle azioni messe in campo da cittadini, intellettuali e artisti per la tutela del “Teatro di Beirut”.

Siria, un esercito di italiani sostiene la repr...

di Lorenzo Trombetta [Questo articolo è già apparso sul blog “SiriaLibano” il 24 novembre e pubblicato il giorno successivo su “Europa Quotidiano”] Preti, monaci, diplomatici, lettori di arabo nelle università, accademici, presidi di facoltà, giornalisti, segretari di partito, deputati. In Italia un vero esercito di insospettabili sostiene a spada tratta la tesi del Complotto ai danni del regime di Damasco, finendo colpevolmente a sostenere la repressione in atto in Siria da oltre otto mesi e che ha causato finora l’uccisione documentata di oltre 4.000 persone. La loro tesi è che la Siria in rivolta non esiste. Esiste un popolo in ostaggio di uno scenario reale (il regime degli al-Asad in piedi da 41 anni) e di due potenziali minacce: l’invasione della Nato e la conseguente occupazione americano-sionista o l’avvento di un emirato salafita oscurantista anti-tutto. Il compito di questa legione di sostenitori italiani di al-Asad – tra cui spiccano numerosi esponenti più o meno noti del fronte antagonista trasversale tra destra e sinistra – è delegittimare la rivolta in corso. Descriverla come una montatura delle due principali tv satellitari arabe (al-Jazira e al-Arabiya), parte di un complotto americano per contrastare l’ipotetico fronte irano-russo-cinese, simbolo per loro della Resistenza al Male. […]

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