Scrivendo “Audiolibro” sulla Home page di Rockit, nella finestra di ricerca compare solo il mio nome, seguito dalla dicitura “Sperimentazioni di Audiolibri”. Buonasera mi presento, sono Andrea Rocchi e a dire il vero trovo quantomeno buffo che un signor QuasiNessuno come me, si ritrovi in una piattaforma così in vista a essere “Unico nel suo Genere”.
Il genere, parliamo al musicale, è quello dell’Audiolibro. Un modo di raccontare storie che abbiamo assorbito fin da piccoli, quando i genitori ci leggevano le favole e intanto giravano la chiavetta del carillon (TRRRR TRRRR TRRR).
È sempre esistita l’idea, il concetto di “leggere i libri con la musica”. In Oriente e in Occidente, dai Dogon del Mali, a L. Reed & J. Cage.
Un mio amico libraio mi ha raccontato che sono proprio i bambini i più grandi “acquistatori” di libri, diciamo dai 6 ai 14. Sono babbo, gli credo. Subito dopo c’è il baratro e nell’adolescenza si ha il dato peggiore. I ragazzi dai 14 ai 21 non leggono, ma in compenso sono quelli che comprano – e ascoltano, mi auguro – più musica di tutti.
Sono quasi dieci anni che sperimento forme musicali innovative per leggere uno scritto. Ho sonorizzato articoli di giornale, racconti e capitoli di romanzi, filastrocche, epistole, perfino i dialoghi dei film. Ho letto il vocabolario con la musica e i verbali delle multe.
Credo che il vantaggio di questa forma di ricerca musicale e formale – legami tra musica e testo – è che sparisce la fatica di comporre un testo che si adatti alla musica e sia piacevole all’ascolto. Abbiamo a disposizione milioni ma che dico miliardi di pagine stampate con qualsiasi cosa. Ci si può sbizzarrire con tutto, esattamente come chi fa le jam sperimenta e mescola i vari generi musicali. Si può tagliare e ricucire, estrapolare e omettere, ridurre e allargare; si può persino mescolare i testi o farli bilingue.
Ai tempi in cui iniziammo, non c’era limite mi ricordo. Si provava tutto. Era tremendamente dadaista quello che facevamo nelle nostre taverne soniche. I reading show live si facevano di tanto in tanto e alcuni gruppi musicali della mia terra di Romagna, come il Collettivo Ginsberg o Giacomo Toni, prevedevano parti di reading durante i concerti. Chris Yan lo cito perché sonorizza live i video, film, installazioni e, libri. Anche tra i nomi famosi gli esempi non mancano: Teatro degli Orrori, anzi ancor meglio, i Massimo Volume che sono dei veri capostipiti.
Noi avevamo l’urgenza di fissare su nastro magnetico, le classiche “cassette” (ho l’età per averlo fatto) le nostre improvvisazioni cresciute e maturate in una vera ricerca stilistica. Volevamo creare un prodotto, un “recitato con musica” che fosse alla stregua di una “canzone”. E infatti ci piacevano gli Offlaga Disco Pax, che facevano esattamente quello. Basi synth new wave e racconti originali scritti e letti, rispettando una certa metrica musicale. Insomma un Audiolibro.
Intanto alcuni grossi nomi della nuova editoria avevano avuto la nostra stessa idea, altri lo avevano già fatto: Enrico Brizzi con il gruppo Numero 6 che racconta “Il Pellegrino dalle braccia di Inchiostro”. Benni che scrive i racconti sui ritmi di Monk. Baricco che legge se stesso con le atmosfere degli Air. Ok non sempre i risultati sono perle, ma gli spunti non mancano.
Il libro raccontato su disco con la musica, spesso originale, però non sfonda e a tutt’oggi è ancora un fenomeno di nicchia anche tra gli scrittori affermati. Io in quanto io che sono Andrea Rocchi ma tutti mi chiamano Andy, insieme allo scrittore Simone Rossi e al chitarrista elettronico Federico Visi, rubammo la voce al personaggio letterario chiamando “il Drugo” a leggere i racconti scelti per il nostro primo vero progetto chiamato “Nell’immaginario Collettivo”. Nato per necessità come un neonato che può venire alla vita solo con un trauma, ebbe una fulminea crescita prima live e poi su cd. Formazione da divano e narratore versatile. Microscopico impianto scenico: un dado, diavolerie analogiche ed elettroniche, un mappamondo al contrario.
Obiettivo del disco “Tutti sono seri tranne me” (cit. Allen Ginsberg) era non prendere troppo sul serio i grandi autori. Eravamo decisi a sfatare alcuni miti sul reading show palloso tarato solo per chi si crede colto e portarlo a tutti. A vederci facevamo ridere. Volevamo proprio quello. Borges, Brecht, Suskin, Ferlinghetti. Ginsberg, una sorta di “eroe” in quel periodo per noi (era il 2009). Racconti satirici e capitoli surreali, poesie beat e annunci personali, brani in tedesco. La gente che ci ascoltava chiamava “concerti” i nostri reading show, e noi li affrontavamo come tali. Lo abbiamo portato per le strade, facendo leggere i passanti. Ditemi voi, suscitò scalpore?
Non molto. Forse nel mio mondo piccolo qualcosina ma poi finì.
C’è un’altra forma di Audiolibro ancora più di nicchia con cui ho avuto modo di confrontarmi. È l’Audiolibro cantato. Succede con i libri di poesie di grandi autori che scrivevano versi in rima. Invece di recitare semplicemente queste poesie gli si scrive una melodia apposta per quelle parole, esattamente come una linea vocale nelle canzoni. Baudelaire, Pascoli, Tonino Guerra, un magico Fosco Maraini, quello de “la Gnosi delle Fanfole”.
Una famosa “cantante” di grandi poesie della letteratura è stata Patty Smith, che cantava Whitman. Van Morrison ha cantato Yeats da buon irlandese. Curiosamente lo ha fatto Rodari, che ha donato le parole di “Ci vuole un fiore”. Grande letteratura prestata all’infanzia. Ecco io, nella persona mia fisica di Andy Rocchi preferisco quella. E su quella mi sono cimentato. Con un autore americano che qui in Italia conoscono quasi solo le maestre elementari: Shel Silverstein e la sua raccolta “A light in the Attic”.
Una manciata di filastrocche scritte con il linguaggio dei bambini americani che trattano in modo semplice temi importanti come l’amicizia e la vecchiaia, unite a brani di stampo surreal-infantile. Leggetevi “Ticlish Tom” oppure “This Bridge”. Lo stesso Shel fece un audiolibro di “A light in the Attic”, accompagnandosi con la chitarra classica strimpellata che usava anche per produrre vari rumori. La cantilena classica della filastrocca americana è molto adagiata sulla musica folk perciò mi sono messo in marcia, musicalmente parlando, in quella direzione.
Questo è il mio Audiolibro cantato. Date le parole, certa la metrica. Ne sono nate 12, tra blues, folk e operetta. Ancora ho avuto tanti amici che mi hanno aiutato molto e hanno contribuito a costruire il progetto iniziale e tutto quel che è nato dopo. Se l’immaGinario Collettivo era un sperimentazione sui testi, “A light in the Attic” è una prova di arrangiamento musicale e direzione. Continua la ricerca. AH LE INFINITE POSSIBILITA’ DI UN OPERA (letteraria).
Ma a questa “cosa bambinesca” una manciata di poesiole non basta. Il progetto monta come la panna, cresce. Diventa un racconto che lega le varie rime di Shel Silverstein, poi impazzisce e diventa un’opera teatrale. Troppo; un’operetta. È per bambini. Diventa un lavoro con una compagnia teatrale, il Teatro dei Randagi (potreste trovarlo scritto insieme al mio nome sul famoso WWW) che è stato un piccolo esperimento di rivoluzione. Importante per me.
E siamo al presente. Alla maremma che è una terra ricca di gente con la penna in mano. La necessità di un’altra rivoluzione, questa volta personale. Una famiglia. Intanto qualcuno l’ha iniziata questa rivoluzione letteraria mentre io inizio a guardarmi un po’ in giro e sempre più mi rendo conto che da queste parti il reading musicale è una situazione insolita, quasi strana.
Il già citato Enrico Brizzi sforna libri sonori con una facilità impressionante; addirittura ne scrive uno originale, “la vita quotidiana in Italia” prendendo spunti da suoi libri precedenti. Con una vera band scrive, legge e la band canta. Un libro con i ritornelli. Incredibile.È quello che cercavo per spiegare la mia idea e trovare complici qui, a Grosseto. Trovo Francesco, un libraio indipendente con cui iniziamo a creare piccoli eventi live, con alcuni nomi storici: Fante, Baudelaire.
Poi iniziamo con nomi attuali di scrittori maremmani. La capacità della versione musicale di un libro di adattarsi ai generi letterari trattati esattamente come fanno i musicisti con i generi musicali è sorprendente. Facciamo reading di manuali d’arte, di libri fantasy, di storie sul vino. Cerco scrittori disposti a tentare un esperimento nuovo: il libro cut-up. Trovo Alessandro Angeli e il suo libro “Transmission” che parla di Ian Curtis e i Joy Division.
Insieme ritagliamo e incolliamo i testi originali, cambiamo parole, aggiungiamo, togliamo. Con la musica facciamo uguale. Ci sono parti originali, campioni dei Joy division, rifacimenti di alcuni temi. Sperimentiamo come sempre. Diventa Digital, un Audiolibro con tanti lettori che leggono per passione e non per mestiere, dando una veste nuova, diciamo 2.0 a ciò che era analogico. Proprio come le storie del libro.
L’editore di “Angeli” è Stampa Alternativa (vi ricordate i libri a millelire degli anni Novanta?) e il sig. Marcello Baraghini crede nel progetto e decide di pubblicare anche l’audiolibro, on line, gratis. Ne legge anche un capitolo. Quando si crede nella cultura si cerca di renderla fruibile, libera. Fuori dalle librerie e dalle biblioteche. Come il proverbio su Maometto e la montagna.
Tutto questo non è storia, è adesso. “Digital” è uscito a fine gennaio; è un disco a tutti gli effetti ma è anche un libro, uscito per una casa editrice che fa libri di solito. Lo portiamo anche dal vivo, o quasi. Legge un Computer e la gente resta di sasso il più delle volte. Ah, le infinite possibilità di un Audiolibro.
Continuo a scrivere questa parola in giro per il Web e trovo sempre noiosi recitati di Guerra e Pace in un fondo silenzioso e buio o podcast radiofonici per soli intellettuali. A volto scopro qualche perla ma è rara, nascosta. L’Audiolibro erotico, con basi disco anni ’70, meraviglioso; il rapper romano che su basi dub rappa racconti metropolitani.
C’è bisogno di più libri penso, e di più musica dentro quelle storie.