Piccola antologia di via Roma

Il lavoro culturale sarà mediapartner di “Questa non è la via Emilia”, la manifestazione organizzata dagli abitanti di via Roma all’interno del circuito Off del festival Fotografia Europea” di Reggio Emilia.

Eleonora Calvelli, Motel magic, inside #1, Montalto di Castro (2009)
Eleonora Calvelli, Motel magic, inside #1, Montalto di Castro (2009)

Durante le giornate inaugurali, che si svolgeranno dal 6 all’8 e dal 13 al 15 maggio, seguiremo le mostre e le performances in diretta su Facebook e Twitter con l’hashtag #FE16ViaRoma. Prima e dopo gli eventi, inoltre, pubblicheremo sul blog alcuni post di approfondimento. Ecco il secondo, in cui presentiamo alcuni dei progetti in mostra.

Il Motel Magic si trova sull’Aurelia, all’altezza di Montalto di Castro. Prima si chiamava Motel Agip, e faceva parte della catena di Motel creata da Enrico Mattei sul modello degli alberghi americani che sorgevano sulle strade di grande comunicazione. Il progetto di Eleonora Calvelli, ospitato all’interno di un altro hotel, l’Hotel City, non vuole raccontare le storie dei singoli ospiti, le loro notti forse insonni, il motivo per cui si trovano lì: è piuttosto interessato a cogliere l’atmosfera che le rende possibili, che fa loro da sfondo. «Il motel assiste allo svolgersi della vita, registra la presenza umana come evento che si ripete in modo fluido e continuo. In fondo i motel si somigliano tutti, così come le vite delle persone».

Alessandra Calò, Rendez-vous
Alessandra Calò, Rendez-vous

Alessandra Calò con Rendez-vous ha creato cinque libri simili a origami: sfogliandoli, vi si trovano immagini, parole e oggetti. Ha realizzato dieci pezzi per ciascun libro e ha trovato un modo per consegnarli a chi se ne voglia appropriare: il distributore automatico di via Roma. Opere d’arte in formato cracker: pronte all’uso, economiche, che non impattano sui valori glicemici. Alla portata di tutti, ma a tiratura limitata.

Gian Luca Groppi, Hypocrisy
Gian Luca Groppi, Hypocrisy

Suite Suisse di Gian Luca Groppi si inserisce in un progetto chiamato NightMore. Si presenta sia come immagine onirica sia come un omaggio alla pianista svizzera Karin Jampen, ma alle sue origini c’è un bisogno profondo: il desiderio di ritornare a “sognare” attraverso visioni ipnagociche.

04_LevFazio-Zeronegativo
Zeronegativo

Zeronegativo «non è una rivista, non è un collettivo, non è una barca e nemmeno un gruppo sanguigno, non è perché facciamo tutto in digitale o per mancanza di pellicole ma per mancanza di diffusione». Zeronegativo è una fotozine che propone i portfolio di progetti nascenti di fotografi giovani e anche ancora in corso di studi. Così facendo, permette loro di esperire uno dei possibili fini che un progetto fotografico può avere. A Fotozine #0, la mostra di via Roma, verrà presentato il primo numero, a cui hanno partecipato undici giovani fotografi.

05_Paolo Boriani 35TheMovie
Paolo Boriani, #35TheMovie

«Crediamo che il dolore non esista. Crediamo che il dolore esista su strade che non conosciamo. Ma mai sulla nostra via. Mai sulla via Emilia». Il regista Paolo Boriani presenta due progetti. Il primo, Questa non è la via Emilia, è una riflessione sul dolore realizzata e ambientata a Brooklyn. #35TheMovie è invece il suo ultimo lavoro, ancora in corso, nato dalla scelta di filmare ogni giorno del suo trentacinquesimo anno di vita, trentacinque secondi al giorno, ovunque si trovi. Un film sulla difficoltà di fare un film, che allo stesso tempo fa emergere un pezzo della nostra contemporaneità dopo l’altro, e riflette sull’importanza che in essa hanno le immagini.

06_Sandra Lazzarini aria
Sandra Lazzarini, Aria

Sandra Lazzarini ha allestito la sua mostra all’interno della “Lavanderia Vanna”, che per l’artista è «il luogo perfetto in cui “nascondersi” e saziare la propria timidezza; per l’osservatore è lo spazio curioso ed ideale per cercare, intravedere e sfiorare». Nelle foto di Chissadove, che sarà possibile vedere grazie all’aiuto della signora Vanna, compaiono donne dal volto coperto o nascosto che sembrano tirarci dentro, all’interno del nastro trasportatore.

07_Niente da vedere_Labellarte
Vincenzo Labellarte, Niente da vedere

Il progetto di Daniele Cametti Aspri, Sergio Figliolia, Paolo Fusco e Vincenzo Labellarte si intitola Niente da vedere. Illustra una Roma documentaria ma non didascalica, quotidiana eppure sconosciuta. «Le aspettative di chi visita una mostra fotografica sono generalmente quelle di trovare il bello o l’inconsueto. Lo scopo di questa operazione è invece opposto: gli autori qui rappresentati rivolgono la propria attenzione al consueto». Così, attraverso i dettagli, l’ordinario è evidenziato al punto da diventare manifesto anche all’occhio assuefatto che, probabilmente, non lo ha mai visto.

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