I videotutorial e l’apprendimento percettivo-ricostruttivo

Un’osservazione dei rapporti tra conoscenza/apprendimento e media digitali web-based attraverso l’analisi di uno specifico fenomeno sviluppatosi spontaneamente nel web

È convinzione consolidata che la comunicazione digitale interattiva abbia un impatto sulle forme di apprendimento e sulle modalità di organizzazione della conoscenza.[1] Mi accingo, pertanto, ad avviare un’osservazione dei rapporti tra conoscenza/apprendimento e media digitali web-based attraverso l’analisi di uno specifico fenomeno sviluppatosi spontaneamente nel web attraverso youtube e che sembra avere ormai una vasta casistica e una notevole fruizione: i web videotutorial. Sullo sfondo delle mie osservazioni sarà individuabile una prospettiva duplice e convergente tra estetica e semiotica.[2] Si tratta di un genere audiovisivo piuttosto particolare che manifesta tratti pertinenti originali, osservabili sia sul piano dei codici audiovisivi,[3] sia sul piano dei contenuti.

Tralascerò in questa sede un’analisi puntuale dei codici audiovisivi, per la quale rinvio al mio testo Ipermedia e locative media[4] di prossima uscita con le Edizioni Nuova Cultura, nel quale un capitolo è dedicato proprio ad una analisi approfondita sul tema videotutorial che qui riprendo e rielaboro.

Per quanto riguarda i contenuti dei videotutorial è possibile delineare una tipologia empirica per iniziare a definire il genere. Il loro tempo medio di durata di si aggira intorno ai quindici minuti, pertanto si tratta di forme brevi di audiovisivo (cfr. Pezzini 2013; id. 2002), che probabilmente sono compatibili con i livelli di attenzione di un utente web. Il linguaggio verbale è ascrivibile alle forme comuni, la sintassi semplificata, i toni spesso dialettali, i temi trattati come parte della vita quotidiana. Questa semplificazione aiuta a stabilire un rapporto confidenziale e amichevole che scarica la vergogna di una carenza nel proprio bagaglio di conoscenze e demitizza il rapporto di apprendimento. Un videotutorial è una guida audiovisiva, un tutor che spiega e mostra cosa si deve fare per ottenere determinati risultati: dei soggetti reali (che nella maggior parte dei casi coloro che hanno realizzato il video) appaiono mentre si cimentano in spiegazioni e dimostrazioni pratiche in vari ambiti delle conoscenze umane insegnabili e, dunque, apprendibili. Pertanto, su yuotube è possibile trovare tutorial su: make up, cosmetica in genere o benessere (capelli, unghie, massaggi); abbigliamento e moda (come vestirsi, sartoria); cucina; meccanica (riparazioni in genere, in particolare con canali dedicati a biciclette da corsa come anche a scooter vespa vintage, orologi o motori); informatica (programmazione dispositivi digitali – ad esempio l’iPhone – utilizzo di programmi software da Excel a Photoshop ecc.), idraulica (riparare rubinetti o tubature intasate); musica (come suonare strumenti musicali); bricolage/fai da te e riuso creativo di materiali; giochi di prestigio (https://www.youtube.com/watch?v=FeYr5DJEFIs) ecc. Nell’eterogeneità dei contenuti possiamo individuare una costante: sono attività che riguardano lavori manuali, o generalmente fisici, meccanici o tecnici, ecc., ossia tutte quelle attività che coinvolgono i campi del percettivo-motorio.

Richiamo una distinzione introdotta da Antinucci (2011), in relazione al rapporto tra l’apprendimento e le tecnologie digitali interattive[5], secondo la quale sussistono due aree in cui si collocano le modalità di apprendimento umano: quella del simbolico-ricostruttivo e quella del percettivo-motorio. Quella simbolico-ricostruttiva rinvia alle abilità di scrittura e lettura, o in generale di verbalizzazione, e implica, dunque, la capacità di apprendere attraverso testi verbali o scritti. La modalità percettivo-motoria, invece, rinvia alle abilità pratiche, all’abilità di fare attraverso il corpo e implica forme di apprendimento del tipo “maestro allievo”, ossia un apprendimento basato sulla vicinanza fisica e la possibilità di sperimentare, tramite ripetizione, azioni e modi di fare che implicano la corporeità.

La scrittura per molto tempo, anche nelle forme manoscritte, ha garantito la diffusione delle conoscenze in una modalità che ha permesso di raggiungere un alto numero di persone anche a distanza (in assenza) e in momenti diversi (in modo ripetibile), diffusione che non è possibile nella trasmissione diretta maestro/apprendenti. Naturalmente, la scrittura non riesce a trasmettere nel modo migliore tutte le forme di conoscenza basate su attività di tipo pratico-corporeo. Le ricette di cucina, le istruzioni per suonare uno strumento musicale o le istruzioni per l’uso in generale, per fare solo alcuni esempi, sono state scritte nella modalità simbolico-ricostruttiva per poter essere conservate e tramandate, anche se il modo più opportuno per apprenderle è la modalità percettivo-motoria. È chiaro che sto formulando una prima ipotesi: i videotutorial sono più adatti a trasmettere conoscenze riguardanti attività pratico-corporee da apprendere in modalità percettivo-motoria e, dunque, progressivamente sostituiscono la scrittura che, invece, può consentire solo un apprendimento simbolico-ricostruttivo di quelle stesse attività.

Questa prima ipotesi si inserisce in una prospettiva di continuità con il passato, secondo cui le forme di apprendimento rimangono invariate ma cambiano le modalità di trasmissione delle conoscenze. Ora, è possibile formulare una seconda ipotesi, più radicale della precedente: i videotutorial sono l’aspetto emergente dell’affermarsi di una modalità di apprendimento che coniuga, in modo del tutto nuovo e diverso dal passato, il ricostruttivo al percettivo, permettendo cosi il trasferimento ottimale di alcune conoscenze.

Naturalmente, per iniziare ad avvalorare questa seconda ipotesi, sarà necessario fare alcune precisazioni. Distingueremo, pertanto, le abilità umane, intese come capacità di fare attraverso attività di tipo percettivo motorio o di tipo simbolico-ricostruttivo, dalle forme di apprendimento, intese come trasmissione delle conoscenze che sfruttano il canale simbolico-ricostruttivo piuttosto che percettivo-motorio. In tal senso è vero che i videotutorial rimandano in prevalenza, come abbiamo visto, alle abilità di tipo percettivo-motorie, ma ciò non implica automaticamente che anche la modalità di apprendimento sia percettivo-motoria (o simbolico-ricostruttiva):[6] questa polarizzazione appare piuttosto inadeguata a cogliere il fenomeno attuale. In secondo luogo, i termini implicati nella polarizzazione sono passibili di ulteriori specificazioni: quando indichiamo il campo del percettivo chiamiamo in causa i sensi umani, mentre quando indichiamo il motorio rinviamo al corporeo; così come quando indichiamo il simbolico facciamo leva sulla logica del sistema simbolico, o forse meglio sul logos, mentre nell’indicare il ricostruttivo viene chiamata in causa la nostra immaginazione, che agisce appunto nel processo ricostruttivo a partire dal simbolico. Dunque, la seconda ipotesi può essere formulata così: l’apprendimento attraverso videotutorial avviene secondo la modalità percettivo-ricostruttiva (sensi e immaginazione). Al fine di rendere evidente quanto appena affermato ricapitoliamo i tratti caratterizzanti delle tre modalità di apprendimento attraverso una tabella comparativa.

 

ApprendimentoSimbolico-ricostruttivo(da un libro) ApprendimentoPercettivo-motorio(da un maestro) ApprendimentoPercettivo-ricostruttivo(da un tutorial)
In assenza In presenza In presenza dislocata
Non corporeità Corporeità Corporeità dislocata
Non simultaneo Simultaneo Non simultaneo
Da uno a molti Da uno a uno/pochi Da uno a molti
Ripetibile Non ripetibile Ripetibile
Logos+Immaginazione Sensi+Corpo Sensi+Immaginazione

 

L’apprendimento percettivo-ricostruttivo mantiene alcuni tratti solo apparentemente comuni al percettivo-motorio: la presenza simultanea con il maestro o tutor, che nella trasmissione tramite scrittura non è necessaria ma ricostruita sul piano dell’immaginazione, nei videotutorial è dislocata, nel senso che la funzione del maestro in presenza è sostituita da un maestro in assenza il cui ruolo, di fatto, viene assegnato al videotutorial (sia che un tutor compaia, fisicamente, in video sia che non compaia). Questo, naturalmente, comporta la perdita del contatto corporeo con il tutor, con tutte le implicazioni del caso: attraverso il videotutorial si trasmettono abilità motorie che però sono apprese attraverso le immagini mediate e non nel contatto diretto (corporeo), pertanto le abilità motorie sono ricostruite a partire da una percezione mediata. Inoltre, l’apprendimento percettivo-ricostruttivo ha alcuni tratti in comune con il simbolico-ricostruttivo: può avvenire in luoghi diversi e distanti (come per il libro), quindi essere fruito da molti e, soprattutto, a differenza di quello che avviene nell’apprendimento diretto, può essere ripetibile nel tempo e senza limite.

Riferimenti Bibliografici

Antinucci Francesco, Parola e immagine. Storia di due tecnologie, Laterza,Roma-Bari 2011.

Bettetini Gianfranco, Garassini Stefania, Gasparini Barbara, Vittadini Nicoletta, I nuovi strumenti del comunicare, Bompiani, Milano 2001.

Casetti Francesco, Di Chio Federico,  Analisi del film, Milano, Bompiani, Milano 1990.

Cosenza Giovanna, Semiotica dei nuovi media, Laterza, Bari-Roma 2004.

Cosenza Giovanna, Introduzione alla semiotica dei nuovi media, Laterza, Bari-Roma 2012.

Costa Mario, La disumanizzazione tecnologica. Il destino dell’arte nell’epoca delle nuove tecnologie, Costa&Nolan, Milano 2007.

De Kerckhove Derrick, Brainframes. Technology, mind and business, Bosch & Keuning and BSO/ORIGIN,Utrecht 1991; trad. it. Brainframe. Mente, tecnologia, mercato, Baskerville, Bologna 1993.

De Kerckhove Derrick, Connected Intelligence: The Arrival of The Web Society, Somerville House Publisher, Toronto 1997; trad. it. Intelligenza connettiva. L’avvento della Web Society, de Laurentis multimedia, Roma 1999.

De leo Daniela, Estetica dei nuovi media. La fenomenologia della percezione estetica nel nuovo panorama multimediale, Aracne, Roma 2008.

De Luca Pina (a cura di), Abitare possibile. Estetica, architettura e new media, Bruno Mondadori, Milano 2015.

Diodato Roberto, Estetica del virtuale, Mondadori, Milano 2005.

Diodato Roberto, Relazione e virtualità. Un esercizio del pensiero estetico, EDB, Bologna 2013.

Eugeni Ruggero, Semiotica dei media. Le forme dell’esperienza, Roma, Carocci, Roma 2010.

Eugeni Ruggero, La condizione postmediale, La Scuola, Brescia 2015.

Finocchi Roberto (in stampa), Ipermedia e Locative Media. Cronologia, estetica, semiotica, Edizioni Nuova Cultura, Roma.

Finocchi Roberto, Guastini Daniele (a cura di), Parole chiave della nuova estetica, Carocci, Roma 2011.

Maiello, Angela, L’archivio in rete. Estetica e nuove tecnologie, GoWare, Firenze 2015.

Maldonado Tomás, Critica della ragione informatica, Feltrinelli, Milano 1997.

Maldonado Tomás,, Memoria e conoscenza. Sulle sorti del sapere nella prospettiva digitale, Feltrinelli, Milano 2005.

Manovich Lev, Software takes command, Creative Commons License, 2010; trad. it. Software Culture, Olivares, Milano 2010.

Maragliano, Roberto, Nuovo manuale di didattica multimediale,  Laterza, Roma-Bari 1998.

Montani Pietro, L’immaginazione intermediale. Perlustrare, rifigurare, testimoniare il mondo visibile, Laterza, Bari-Roma 2010.

Montani Pietro Tecnologie della sensibilità. Estetica e immaginazione interattiva, Raffaello Cortina, Milano 2014.

Pezzini Isabella, Stratégies de condensation dans les formes brèves. La forme brève comme genre médiatiqu, entre standardisation et créativité, in Périneau Sylvie (a cura di), Les formes brèves audiovisuelles. Des interludes aux productions web, Paris, CNRS, Paris 2013, pp. 29-46.

Pezzini Isabella (a cura di), Trailer, spot, clip, siti, banner. Le forme brevi della comunicazione audiovisiva, Meltemi, Roma 2002.

Pezzini Isabella, Spaziante Lucio  (a cura di), Corpi mediali, ETS, Pisa 2014.

Tavani Elena, Parole ed estetica dei nuovi media, Carocci, Roma 2011.

Tursi Antonio, Estetica dei nuovi media. Forme espressive e network society, Milano, Costa&Nolan, Milano 2007.

Note

[1] A riprova di una consolidata tradizione di ricerca si vedano, per citare solo alcuni testi ormai classici, de Kerckove (1991; id. 1997) e Maldonado (1997, id. 2005) o ancora, più di recente, Manovich 2010. Sull’apprendimento in prospettiva didattica cfr. Maragliano 1998.

[2] La questione dei nuovi media, quantomeno nel panorama italiano, è ormai diffusamente trattata sia in estetica, per cui cfr. De Luca 2015; Montani 2014, id. 2010; Diodato 2013, id. 2005; Tavani 2011; Finocchi-Guastini 2011; De Leo 2008; Costa 2007; Tursi 2007; Maiello 2015, sia in semiotica, per cui cfr. Eugeni 2015, id. 2010; Pezzini-Spaziante 2014; Cosenza 2012, id. 2004; Bettetini et alii, 2001.

[3] Ci riferiamo all’analisi delle componenti cinematografiche in Casetti-Di Chio 1990.

[4] Cfr. Finocchi in stampa.

[5] Si veda la discussione della questione anche in Montani 2014, pp. 13 ssg.

[6] Abbiamo visto che l’apprendimento attraverso la scrittura – simbolico ricostruttiva – per secoli ha veicolato anche abilità percettivo motorie (imparare a suonare, ricettari, manutenzioni meccaniche ecc.).

Print Friendly, PDF & Email
Close