400 ISO – #Residui

La civiltà non era nata e fiorita tra uomini che scolpivano scene di caccia su portali di bronzo e parlavano di filosofia sotto le stelle, mentre l’immondizia non era che un fetido derivato, spazzato via e dimenticato. No, era stata la spazzatura a svilupparsi per prima, spingendo la gente a costruire una civiltà per reazione, per autodifesa.
(Don De Lillo, Underworld)

10529495_10204123439676291_98382680_n

Residuo è, in senso proprio, ciò che resta indietro. Qualunque processo – fisico, chimico, industriale, biologico – implica la produzione di una piccola quantità di materiale di scarto, un avanzo che si disperde o resta inutilizzato. I residui costituiscono anche una traccia. Quando il processo si è concluso, sono una spia, un efficace indicatore dei fenomeni e delle azioni che li hanno generati. I fenomeni sociali non sfuggono a questa regola: il residuo delle attività umane sono i rifiuti, oggetti e sostanze di ogni genere che decidiamo di eliminare. E a dispetto della loro inutilità, i rifiuti rivelano molto di chi li produce.

Nel corso della vita ci disfiamo volontariamente di numerose cose, ne possediamo sempre di più e sempre più sono quelle che buttiamo. Quando invece sono eventi traumatici o scelte radicali a travolgere le vite delle persone, oggetti che fino a quel momento erano stati d’uso quotidiano vengono improvvisamente perduti o abbandonati per necessità. È ciò che accade ai migranti nell’attraversare deserti e mari alla ricerca di una vita più degna. Gli oggetti ritrovati sono testimonianza di un momento che segna una cesura netta tra due fasi distinte di un’esistenza, il residuo di una trasformazione appesa alla precarietà del destino. Il desiderio di quegli uomini e donne è l’approdo in un altro Paese e la riconquista di una condizione di stabilità.

Un ritmo di vita, la ciclicità dei giorni. Identità antiche inscritte in nuove appartenenze e mescolate a nuove abitudini: anche questo possono raccontare i rifiuti, le piccole differenze nell’ammasso indistinto della spazzatura domestica. Il residuo quotidiano di una vita normale, sopra uno strato di storie che nemmeno immaginiamo.

Esteso deserto di Massimiliano Gatti è una raccolta di oggetti smarriti dai migranti durante l’approdo a Lampedusa. Oggetti prima risucchiati e poi restituiti dal mare che li ha accompagnati, e fotografati su uno sfondo bianco che lascia volutamente nell’indeterminato la sorte dei loro possessori, di cui non sappiamo nulla.

Andrea Bosio in Trash/Traces mostra invece la spazzatura accumulata in cinque giorni da otto famiglie provenienti da differenti Paesi e trasferitesi a Genova: Austria/Cuba, Cina, Iran, Argentina, Ucraina, Marocco, Senegal, Bangladesh.

Residui, curata da Daniele De Luigi, fa parte del ciclo To.pic: una serie di mostre che vedono accostate le opere di due fotografi contemporanei a partire da una parola chiave. La mostra è visibile presso Spazio& in via Guerrazzi a Bologna fino al 18 luglio, dal lunedì al venerdì.

 

Print Friendly, PDF & Email
Close