Metamorfosi

Incontri, spettacoli e ricerche sul teatro sociale.


Metamorfosi è un festival dedicato alla riflessione sul rapporto fra le arti performative, il disagio fisico-mentale e la marginalità sociale, che analizza, in particolare, le esperienze di teatro sociale dal punto di vista artistico oltre che terapeutico.

Locandina Metamorfosi

L’iniziativa è proposta e ideata da laLut-Centro di Ricerca e produzione teatrale e da Stranensemble. Entrambe le compagnie da anni lavorano nell’ambito del disagio e della fragilità fisica e mentale portando avanti i propri laboratori rispettivamente di teatro e danza secondo metodi e principi di lavoro affini. Il programma degli incontri e degli spettacoli è stato pensato e organizzato insieme al Laboratorio di Antropologia della Performance dell’Università di Siena.

Il contesto

La definizione di teatro sociale comprende ambiti e progetti molto diversi, con una varietà di forme e motivazioni in cui trovano posto esperienze professionali, amatoriali ed esclusivamente riabilitative di ogni genere. Da qui l’esigenza di restringere il campo e porre l’attenzione sulle esperienze teatrali nell’ambito del disagio fisico-mentale e delle esperienze carcerarie realizzate da professionisti delle arti performative. Nel comune e in provincia di Siena esistono una molteplicità di corsi e laboratori di teatro sociale tenuti da professionisti dello spettacolo dal vivo, alcuni sostenuti dall’USL, altri dalla Regione Toscana o da associazioni di volontariato, altri ancora sono invece autoprodotti. Spesso quest’ambito artistico è poco conosciuto e a volte frainteso nelle intenzioni e nei risultati.

L’evento

Attraverso una due giorni di spettacoli e tavole rotonde, ci interrogheremo sulla ragione per la quale molti artisti della scena che abbiano fatto esperienze di questo genere (teatro in carcere e in ambito psichiatrico in particolare) cambino definitivamente il proprio sguardo sul teatro e sul mondo; incroceremo il punto di vista degli artisti con altre pratiche di ricerca e con le istituzioni sanitarie e carcerarie; tenteremo di allargare il quadro delle competenze di teatro sociale dal livello provinciale a quello nazionale ed europeo. La prospettiva scelta per legare le esperienze proposte è tutta interna all’idea di metamorfosi, termine che indica un cambiamento di forma e di stato. In questo caso, si tratta di un cambiamento che avviene nel corpo e nella mente di chi pratica il teatro sociale (allievi e conduttori) e in chi vi assiste (pubblico e terapeuti). Il problema non è tanto la forma da cui si parte e la forma a cui si arriva, ma il processo che conduce una forma a trasformarsi in un’altra. Il teatro ha il potere di innescare questo processo, di lavorare in equilibrio sulla soglia effimera in cui una forma si approssima a diventare un’altra.

L’evento in dettaglio

Il programma prevede una tavola rotonda sul Teatro in Carcere, una su Teatro e Salute Mentale e due spettacoli.
Le due Tavole Rotonde si svolgeranno al Collegio Santa Chiara,via del Refugio 4.

Venerdì 2 ottobre, dalle 15,30 alle 19, avrà luogo la tavola rotonda sul Teatro in Carcere coordinata dal professor Fabio Mugnaini, con interventi di Vito Minoia, Gianfranco Pedullà, Francesca Tricarico, Michele Campanini, Altero Borghi, Valentina Palmucci, Maria Josè Massafra.

Sabato 3 ottobre, dalle 10 alle 13, si terrà la tavola rotonda su Teatro e Salute Mentale, coordinata dalla professoressa Laura Caretti, con interventi di Andrea Fagiolini, Paolo de Vita, Ivana Conte, Annalisa Bianco, Irene Stracciati, Marco Caboni e Marta Mantovani, Barbara Ceroni, Alessandra Giannini, Jehona Sehu.
Gli spettacoli si svolgeranno alla Corte dei Miracoli, ex ospdale psichiatrico, via Roma 56.

Sabato 3 ottobre, alle 16, Vissi d’Arte (spettacolo, esito del laboratorio di teatro sociale 2014-2015, a cura de laLut); alle 17,30, Gli indistinti Confini, spettacolo di danza di Stranensemble, Progetto Ego Sum.

Un gruppo di ricerca sul teatro sociale a Siena

Il progetto Metamorfosi è nato all’interno di un gruppo di ricerca che si è creato, specialmente negli ultimi tre anni, all’interno e intorno al laboratorio di teatro sociale condotto da laLut a Siena. Il gruppo coinvolge utenti e operatori dei servizi psichiatrici, artisti, operatori, docenti universitari, studenti, volontari. Grazie all’entusiasmo e gli stimoli di Laura Caretti e aella partecipazione degli studenti del Laboratorio di Antropologia della Performance dell’Università di Siena, il gruppo si è costituito in modo spontaneo ed è incentrato sulla riflessione e la discussione attorno all’esperienza teatrale diretta.

Le due giornate di Metamorfosi sono state pensate per allargare la riflessione e il confronto sul teatro sociale ad altri studiosi, artisti e terapeuti, oltre a consentire la conoscenza e la visibilità delle esperienze e degli spettacoli di teatro sociale a un pubblico più ampio.

Il mezzo: il laboratorio

Il laboratorio teatrale è, prima di tutto uno spazio aperto di lavoro, è inoltre un luogo di prove, di tentativi, di esperimenti.

Il laboratorio teatrale coinvolge utenti e operatori delle strutture psichiatriche, volontari, studenti, attori, artisti e consente, attraverso il gioco del teatro, di creare una sorta di ambiente arricchito, nel quale ognuno di noi è chiamato a impegnarsi in un lavoro di creazione che, specie attraverso l’improvvisazione, coinvolge tutti, ci obbliga e ci permette di stare in contatto con gli altri all’interno della sospensione del tempo che il teatro traccia.

In questo senso, l’esperienza di teatro sociale, benché non abbia una precisa finalità terapeutica, ha però indubbi effetti terapeutici per ognuno. Il laboratorio si svolge, in estrema sintesi, secondo alcuni principi fondamentali:

integrazione orizzontale dell’approccio: il teatro sociale è Teatro. I laboratori sono aperti a tutti: volontari, studenti universitari, artisti, attori, educatori e il nostro metodo di lavoro non cambia, è identico a quello che svolgiamo con attori e danzatori normodotati siano essi principianti o professionisti;

improvvisazione; la creazione della sorpresa e dell’imprevisto, a partire da una scena solo abbozzata, permettono di non arrendersi alla necessità di riprodurre ciò che si conosce già, ma di mettersi in relazione diretta con le potenzialità espressive di ognuno tutelando la diversità di tutti.

Integrazione e improvvisazione rappresentano per noi rispettivamente il contesto e il metodo in cui è ppossibile ogni creazione. Dall’integrazione dipendono ogni interdisciplinarietà e ogni fertile scambio; dall’improvvisazione lo sguardo lanciato verso l’ignoto.

METAMORFOSI

Soggetti attuatori
laLut – Centro di Ricerca e Produzione Teatrale
Stranensemble

Con il contributo di
Comune di Siena

In collaborazione con:
Ass. Prom. Soc. Corte dei Miracoli
Università di Siena – Laboratorio di Antropologia della Performance
USL 7 – Zona Senese – Salute Mentale Adulti
Ass. Down D.A.D.I, Padova
il lavoro culturale

 

Il programma

Programma Metamorfosi

 venerdì 2 ottobre 2015; 15,30 – 19 (coffee break ore 17-17,30)

Università di Siena, Collegio Santa Chiara, via del Refugio, 4

Tavola Rotonda TEATRO IN CARCERE

coordina Fabio Mugnaini, docente del Corso di Laurea Magistrale in Antropologia e linguaggi dell’immagine, Università di Siena

Saluti di Anna Ferretti – Comune di Siena, Assessore Sanità, Politiche Sociali, Casa

Intervengono:

Vito Minoia, presidente Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, direttore delle rivista europea Catarsi – Teatri delle diversità

Gianfranco Pedullà, regista e direttore di Mascarà/Teatro Popolare d’Arte, Firenze

Francesca Tricarico, regista della Compagnia delle Donne del Muro Alto, detenute attrici nella Casa Circondariale di Roma Rebibbia Femminile sez. Alta Sicurezza

Michele Campanini, Creative Europe Programme “Playing Identities, Performing Heritage”, Università di Siena e docente in carcere per il CPIA 1 di Siena

Intervengono inoltre:

– Altero Borghi, regista Associazione Sobborghi, Siena

– Valentina Palmucci, educatrice penitenziaria Casa Circondariale di Sollicciano, Firenze

– Maria Iosè Massafra, educatrice penitenziaria Casa Circondariale di Siena

 

sabato 3 ottobre 2015 ; 10,00 – 13,00

Università di Siena, Collegio Santa Chiara, via del Refugio, 4

Tavola Rotonda TEATRO E SALUTE MENTALE

coordina Laura Caretti, docente di Antropologia della Performance, Università di Siena

Intervengono:

– Andrea Fagiolini, direttore della Cattedra di Psichiatria dell’Università di Siena e del Dipartimento di Salute Mentale di Siena

Paolo De Vita, direttore artistico di ParkinZone, Roma

Ivana Conte, responsabile Teatro Sociale e Formazione per Agita/Casa dello Spettatore

Annalisa Bianco, regista, Egumteatro, Siena

Irene Stracciati, coreografa e danzatrice, Stranensemble, Siena

Marco Caboni e Marta Mantovani, responsabili dei progetti di teatro sociale per laLut, Siena

Intervengono inoltre:

Barbara Ceroni, educatrice professionale USL7 DISMD, Alta Val D’Elsa

Jehona Sehu, psicologa, Associazione Down D.A.D.I., Padova

Alessandra Giannini, psichiatra USL7 CSMA, Siena

 

Spettacoli

Corte dei MIracoli, Centro Culture Contemporanee, via Roma 56

16,00 “Vissi d’Arte”, spettacolo esito del laboratorio di teatro sociale 2014-2015 a cura de laLut

17,30 “Gli Indistinti Confini”, spettacolo di danza Stranensemble, progetto Ego Sum

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Gli Indistinti Confini

Irene Stracciati Danza, Stranensemble, Progetto Ego Sum

Liberamente ispirato alle Metamorfosi di Publio Ovidio Nasone

Regia e coreografia: Irene Stracciati

Interpretazione e collaborazione: Silvia Giraldo, Martina Scarmozzino, Silvia Zaramella, Giulia Drago, Tania Zin, Giorgia Boscolo, Sofia Bauchesky, Yuri Soldati, Asia Fiochi,Giorgia Pellegrini, Martina Romei, Margherita Criscenti, Rosa Falchi, Francesca Ciasullo, Chiara Carosi, Giulia Milani, Bianca Martignetti, Maya Alvarez, Francesca Alberico, Benedetta de Martino.

 

 «La poesia delle Metamorfosi mette radice sugli indistinti confini tra mondi diversi» (Italo Calvino)

 Lo spettacolo attraversa l’esperienza delle Metamorfosi come cambiamento continuo ma anche come mancanza di confine e di limite. Gli interpreti sono la Metamorfosi stessa e portano con se la condanna e il privilegio dell’indefinito: sono continuamente Altro, che esiste, si manifesta e va verso Altro ancora. Il presente è l’unico tempo possibile: tutto visibile nell’attimo.

Dieci interpreti con sindrome di Down

Il danzatore con sindrome di Down porta in scena, oltre la danza, un sé stesso che un danzatore normodotato non conosce. Le caratteristiche fisiche e interiori comuni a tutte le persone con sindrome di Down, rappresentano per me il vago per eccellenza, l’indistinto e il possibile, l’apertura e la chiusura che creano una situazione di opportunità continua. Non si conosce il limite se non quando si tocca. Tutto questo, unito ad un lavoro di costruzione di azioni coreografiche e di improvvisazione non è altro che la quintessenza del mutamento. Il movimento dei danzatori di quetso spettacolo è colmo di fascino e novità propiro per l’impossibilità che ha di essere definito.

Manca di perfezione e varca sempre la perfezione stessa.

 

Conversazione/Vissi d’Arte

progetto di drammaturgia originale esito del laboratorio di teatro sociale condotto da laLut
Direzione: Silvia Franco e Ugogiulio Lurini

di e con
Manuela Bartali, Nadia Bartalini, Anna Maria Biccari, Lily Busch, Francesca Carboni, Claudia Cucco,

Maurizio Galluzzi, Costanza Martinuzzi, Roberta Maranta, Roberto Montagnani, Elisabeth Niefnecker,

Francesca Piersimoni, Samuele Ragone, Francesca Rinaldi, Martin Ruf, Isabella Vignola

con la collaborazione di

Laura Caretti

in collaborazione con

USL7- Centro Salute Mentale Adulti- Zona Senese

Ass. Prom. Soc. Corte dei Miracoli

Università degli Studi di Siena – Corso di Antropologia della Performance
con il contributo di

Regione Toscana

 

Il progetto Conversazione è un laboratorio teatrale che coinvolge un gruppo di utenti e operatori dei servizi psichiatrici dell’AUSL7-Zona Senese, teatranti e studenti che lavora sulla cornice come limite, confine, solco fra lo spazio reale e quello rappresentato e sulle ambiguità e le contraddizioni che esistono all’interno di questo rapporto. Si propone di rinsaldare il contatto con le opere d’arte, con le immagini che rappresentano, con le storie che raccontano, attraverso il teatro e lo sguardo di chi spesso in quella storia è rimasto ai margini. Si tratta di un programma di improvvisazioni sulle immagini, immagini di cui ci si riappropria, facendole esplodere e usandole come indicazioni di movimento, repertorio di gesti e di storie, dando loro un nuovo valore drammaturgico

Nel corso del laboratorio si è giunti alla formalizzazione di uno spettacolo itinerante dal titolo Vissi d’arte in cui il pubblico viene guidato negli spazi nei quali le opere d’arte di riferimento hanno preso la forma di scene teatrali.

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La diretta Twitter delle tavole rotonde su teatro e carcere, teatro e salute mentale


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