Dal 4 al 8 settembre 2015 la Sala Santa Rita di Roma si trasforma in una finestra sull’arte pittorica contemporanea palestinese.
La mostra presenterà una selezione di opere di tre artisti gazaui fondatori del collettivo “Shababik”, nato a Gaza City nel 2003 con l’obiettivo di sostenere e formare giovani artisti professionisti: Basel El Maqousi, Shareef Sarhan e Majed Shala.
Alla fine del 2010 noi Fotografi Senza Frontiere abbiamo avviato nella striscia di Gaza, in collaborazione col Centro Italiano di Scambio “Vik” e il collettivo di artisti Shababik, dei laboratori di fotografia volti all’autorappresentazione.
Grazie a questa esperienza, abbiamo potuto costatare di persona le difficilissime condizioni di vita degli abitanti di Gaza e, in particolare, le profonde frustrazioni degli artisti e delle persone di cultura, dovute non solo alla scarsezza e alla difficilissima reperibilità dei mezzi per sviluppare le proprie arti, ma soprattutto all’impossibilità di condividere e mostrare i loro saperi e lavori all’esterno: gli abitanti di Gaza sono isolati dal mondo intero. Conoscere da vicino la realtà quotidiana di Gaza ci ha fatto notare una gravissima conseguenza di questo isolamento. Gaza è un luogo vivacissimo, ricco di talenti dello sport, dell’arte e della cultura, di gente disposta a sopportare estreme condizioni di vita pur di vivere le proprie passioni.
Ma questa Gaza vitale non ha alcuna cittadinanza nelle rappresentazioni ufficiali concernenti la Striscia, su cui pesano una serie di stereotipi e di pregiudizi che nulla hanno a che vedere con la realtà della vita vissuta giorno per giorno dalla popolazione civile, e che condizionano irrimediabilmente la nostra percezione di quella terra: Gaza viene dipinta unicamente con le fosche tinte della guerra, della devastazione e della morte. Quel vitale universo umano, isolato e senza voce, è ridotto alla dicotomia terroristi-vittime, rendendo invisibile e cancellando la gente comune e le loro aspirazioni.
Da tutto questo è nato il nostro desiderio, sostenuto da Andrea Camilleri, di raccontare Gaza attraverso l’esperienza di questo gruppo di artisti con un reportage fotografico, un film documentario e la mostra Windows From Gaza, per sostenere il loro lavoro creativo, diffonderne i dipinti e parlare della condizione loro e dei cittadini della Striscia direttamente attraverso le loro opere.
Con questa mostra è infatti nostra intenzione mettere in evidenza l’incredibile forza dell’umana volontà e dell’arte, e rompere gli stereotipi concernenti la Striscia e la gente che vi vive, contribuendo ad aggiungere una tessera mancante nel puzzle delle rappresentazioni della realtà di Gaza: quell’umanità dei suoi abitanti, quei loro sogni, desideri, angosce e incubi che si affacciano dalle opere di questi artisti.