Dopo l’insolita celebrazione di Columbus Day, la controversa festa dell’orgoglio italo-americano, continua il nostro viaggio attraverso la memoria e il presente degli Stati Uniti d’America.

Il carbone, combustibile fossile all’apparenza anacronistico, contribuisce tuttora in gran parte al fabbisogno statunitense ed è stato al centro della campagna elettorale del 2016, pronto a continuare a giocare un inaspettato ruolo da protagonista nelle politiche sociali, energetiche e ambientali del futuro immediato. Le foto che seguono sono state scattate da Isaak Liptzin (Awen Films) nell’ottobre del 2016, nel corso di un reportage sulle ultime elezioni presidenziali americane.
Coalwood è un paesino di meno di mille abitanti nel cuore minerario dello stato del West Virginia. Reso celebre dal romanzo autobiografico “October Sky” di Homer Hickam Jr., è una della molte comunità nate e cresciute grazie al carbone. La Coalwood di oggi è il ritratto di un’intera regione in crisi, un paesaggio costellato a perdita d’occhio da cittadine semi-abbandonate e montagne svuotate dalle miniere in disuso, vittime della graduale ritirata di vasti feudi industriali. Poco lontano si trova la miniera di carbone di Asco: 18 minatori, 10 per il turno diurno e 8 per quello notturno. Sono numeri irrisori che raccontano la precarietà dei pochi che ancora fanno lo stesso mestiere dei padri e dei nonni, precarietà che durante la campagna presidenziale del 2016 ha fatto del minatore di carbone il simbolo della classe operaia bianca frustrata e pronta a sostenere il messaggio di istigazione e di rottura incarnato dalla candidatura di Donald Trump.