Banksy e l’acqua alta
Appunti sul graffito veneziano e sul riscaldamento globale.
Le agenzie umanitarie riferiscono di oltre 1000 morti nel campo profughi al-Yarmouk di Damasco dopo il recente attacco dell’Is e l’assedio dell’esercito siriano. L’Onu parla di “situazione disumana”. L’Unicef di una “nuova Srebrenica”.
Pubblichiamo un estratto da Queers of War: Normalizing Lesbians and Gay in the US War Machine, il saggio di Hilary King contenuto nel volume dal titolo Good Intentions: Norms and Practices of Imperial Humanitarianism, a cura di Maximilian C. Forte (Alert Press, 2014). La traduzione dell’estratto, apparso già su Zero Anthropology, è a cura di Nicola Perugini e Federico Zappino.
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sul numero 19 di Fata Morgana. Quadrimestrale di cinema e visioni, dedicato al concetto di “credito”.
Il 16 febbraio 2014, Andrew Harper, responsabile in Giordania dell’agenzia ONU per i rifugiati UNHCR, scatta una foto nel deserto che divide il paese dalla Siria.
Lampedusa, appezzamento accessorio di una Penisola lontana, dove osservare la sopravvivenza del mestiere antico della pesca oppure abbandonarsi alla contemplazione, al sublime.
Pubblichiamo in anteprima alcuni estratti da Il minore dei mali possibili di Eyal Weizman appena uscito per Nottetempo.
In una delle pagine del sito di Skylink Group, un articolo dal titolo “Non sparate, siamo i bravi ragazzi”, scritto da un giornalista del Canadian Business dipinge gli operatori di Skylink come gente dal cuore impavido, benefattori che nelle operazioni in Kosovo hanno “schivato le pallottole” e lanciato aiuti umanitari dagli aerei della compagnia già “nei giorni prima della fine del bombardamento NATO”. [qui la prima, la seconda e la terza parte]