Nati nella rete. Eco, la memoria e la scuola
All’inizio del nuovo anno l’Espresso usciva in edicola con quattordici lettere d’autore, raccogliendo, tra le altre, una dolcissima missiva di Umberto Eco al nipote.
All’inizio del nuovo anno l’Espresso usciva in edicola con quattordici lettere d’autore, raccogliendo, tra le altre, una dolcissima missiva di Umberto Eco al nipote.
Una riflessione sui Bisogni Educativi Speciali e sui modelli di finanziamento privato alla progettazione per la scuola pubblica.
Sara Biscioni spiega i rischi della Circolare MIUR n.8 che allarga l’area dei Bisogni Educativi Speciali dalla disabilità all’area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale.
Conversazione con Luca Serianni, storico della lingua italiana e vicepresidente della Società Dante Alighieri
La scuola nei programmi elettorali. Con chi ha davvero a cuore la difesa della scuola, ci si vede nelle lotte. [L’articolo è già apparso su Carmilla]
La rappresentazione mediatica delle proteste studentesche della scorsa settimana, concentrandosi sulla distinzione tra vittime e carnefici, lascia sullo sfondo gli interrogativi posti dalla protesta stessa, ovvero il problema dello stato della scuola pubblica in Italia.
Pubblichiamo la testimonianza dell’insegnante della scuola primaria di Crevalcore (Bo), colpita dallo sciame sismico che ha recentemente interessato il Nord Italia. Si tratta di una testimonianza emblematica, infatti la metafora del sisma, metafora che il lavoro culturale ha già utilizzato per gettare uno sguardo sulle dinamiche del potere nella contemporaneità, attraverso l’esperienza traumatica del terremoto de L’Aquila in “Sismografie. Ritornare a L’Aquila mille giorni dopo il sisma”, racconta nei suoi accenti più crudi quello che sta succedendo alla scuola pubblica italiana: strutture fatiscenti che richiedono una messa in sicurezza immediata, la sovraresponsabilizzazione degli insegnanti a fronte di uno Stato assente, la competizione tra “poveri” che ministero e parti sociali contribuiscono ad alimentare tra precari storici e contrattisti di ultima generazione, il ruolo cruciale che la scuola gioca per la sopravvivenza del territorio. Come ha già messo in luce Naomi Klein in “Shock economy”, un terremoto è sempre una buona occasione per fare tabula rasa della rete di resistenza locali (fondate sulla cooperazione, sulla relazione tra scuola e territorio) per sostituirvi una rete di strutture private, finalizzate a disciplinare il territorio post sismico con il valore neoliberista dell’autoimprenditorialità. Mi chiamo Chiara e sono un’insegnante precaria di scuola primaria. Quattro anni fa […]
[L’articolo è già apparso su Carmilla] Questo testo viene pubblicato anche su altri siti accomunati dalla difesa della scuola.