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Oltre la crisi dell’istruzione

La rappresentazione mediatica delle proteste studentesche della scorsa settimana, concentrandosi sulla distinzione tra vittime e carnefici, lascia sullo sfondo gli interrogativi posti dalla protesta stessa, ovvero il problema dello stato della scuola pubblica in Italia.

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Appello per la scuola primaria statale “G. Lodi...

Pubblichiamo la testimonianza dell’insegnante della scuola primaria di Crevalcore (Bo), colpita dallo sciame sismico che ha recentemente interessato il Nord Italia. Si tratta di una testimonianza emblematica, infatti la metafora del sisma, metafora che il lavoro culturale ha già utilizzato per gettare uno sguardo sulle dinamiche del potere nella contemporaneità, attraverso l’esperienza traumatica del terremoto de L’Aquila in “Sismografie. Ritornare a L’Aquila mille giorni dopo il sisma”, racconta nei suoi accenti più crudi quello che sta succedendo alla scuola pubblica italiana: strutture fatiscenti che richiedono una messa in sicurezza immediata, la sovraresponsabilizzazione degli insegnanti a fronte di uno Stato assente, la competizione tra “poveri” che ministero e parti sociali contribuiscono ad alimentare tra precari storici e contrattisti di ultima generazione, il ruolo cruciale che la scuola gioca per la sopravvivenza del territorio. Come ha già messo in luce Naomi Klein in “Shock economy”, un terremoto è sempre una buona occasione per fare tabula rasa della rete di resistenza locali (fondate sulla cooperazione, sulla relazione tra scuola e territorio) per sostituirvi una rete di strutture private, finalizzate a disciplinare il territorio post sismico con il valore neoliberista dell’autoimprenditorialità. Mi chiamo Chiara e sono un’insegnante precaria di scuola primaria. Quattro anni fa […]

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