Primo Levi

(R)esistenza nell’Antropocene: interdipendenza ...

Pubblichiamo la settima puntata di Intemperie* Come il cambiamento climatico crea le basi per lo sviluppo di una pandemia A partire da un articolo di The Correspondent possiamo provare ad indagare il “doppio legame” che connette pandemia ed emergenza climatica. Come nota l’autore Rob Wijinberg, esistono quattro interessanti analogie tra i due fenomeni che ci fanno riflettere su quanto siano strettamente legati tra loro. Entrambi sono “invisibili” e hanno un “periodo d’incubazione” che ne maschera la gravità; sono pervasivi, riguardano l’intero pianeta e nessuno può considerarsi distante tanto da non subirne un qualche tipo di conseguenza; colpiscono tutti ma colpiscono le categorie più fragili con particolare violenza provocando fragilità sistemiche; per entrambi, le soluzioni sono globali. Hanno tuttavia una differenza importante: le conseguenze del cambiamento climatico, dopo una certa soglia, sono irreversibili in tempi umani, non esiste un vaccino che possa sconfiggerle. L’autore definisce, infatti, l’emergenza climatica come una “pandemia a rallentatore”. L’ambiente è un complesso insieme di fattori fisici, chimici e biologici nel quale insistono gli organismi viventi. L’ambiente è influenzato dalle attività umane e questo ha ripercussioni dirette sulla salute degli esseri viventi. In riferimento al Rapporto IPCC del 2019 Roberto Buizza, docente di Fisica alla Scuola Superiore […]

Per un momento ho dimenticato. Letteratura in p...

Józef Czapski che fa lezioni su Proust nel campo sovietico di Grjazovec, Primo Levi che cerca di ricordare e insegnare Dante ad Auschwitz, Walter Benjamin che tenta di lanciare una rivista nel campo dove l’hanno internato, e la biblioteca di Guantanamo: che cosa significa parlare di letteratura in prigionia?

Note sul posizionamento politico di Primo Levi

Parole vere, sillogismi falsi, accostamenti scomodi. di Nicola Perugini e Francesco Zucconi “Il baricentro è nella diaspora.” [1] Su Il Sole 24 Ore dell’otto aprile scorso, Domenico Scarpa e Irene Soave, due ricercatori che collaborano con il Centro Internazionale di Studi Primo Levi, hanno puntualmente analizzato il processo di costruzione di un sillogismo falsamente attribuito a Primo Levi: “Ognuno è ebreo di qualcuno. Oggi i palestinesi sono gli ebrei di Israele”. A partire dalla rilevazione dell’enorme ricorrenza di tale frase sul motore di ricerca di Google, i due autori “smontano” la storia di un falso. La rivelazione nasce dal confronto tra un’intervista rilasciata nel 1982 da Levi ad Alberto Stabile per La Repubblica e l’articolo de Il Manifesto dello stesso anno in cui il giornalista Filippo Gentiloni, dopo aver riportato una frase dell’orologiaio Mendel, uno dei protagonisti di Se non ora, quando? [2], aveva aggiunto una sua frase: “E oggi i palestinesi sono gli ebrei degli israeliani”. Di qui il falso sillogismo, poi propagatosi in rete [3]. Da non poco tempo – sin dai primi cenni di Levi alle problematicità che egli vedeva in un Israele auto-erettosi a portavoce dell’ebraismo e alla sua critica nei confronti del militarismo dei governi dello stato che si dichiara ebraico – le parole di questo […]

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