Scioperare quando (quasi) nessuno lavora
La lotta al tempo del virus.
Un cerimonia a Edimburgo, uno spettacolo di Romeo Castellucci a Parigi. Insieme.
“L’uomo fuori di sé. Alle origini della esternalizzazione” di Mario Costa.
In seguito agli attentati del 7 gennaio e del 13 novembre 2015, il presente di Parigi è un presente ferito, esso viene rimosso, rinnegato favorendo così sia la regressione verso un passato tanto glorioso e mitizzato quanto nostalgico (il “vieux Parigi” conviviale fino alle “Nuits debout”), sia il tropismo prospettivo di notevoli progetti futuri, brillanti e fluidi: la Tour Triangle, le Grand Parigi, la pedonalizzazione degli argini della Senna. In entrambi i casi, si osserva un’elusione del presente. Il nostro obiettivo sarà proprio l’analisi di questa fuga dal presente che nell’ambito dello studio psicoanalitico del comportamento, consiste nell’evitare il confronto con l’oggetto o la situazione fobogena (avoidance behavior in inglese).
Lo stato d’emergenza, dichiarato sull’intero territorio della Republique, in risposta agli attentati del 13 novembre, consente poteri speciali alle istituzioni responsabili dell’ordine pubblico in materia di libera circolazione e manifestazioni.
Il contributo che segue, rientra in una sequenza aperta di riflessioni dedicate alle questioni che emergono attraverso la lettura di ciò che è accaduto nella notte del 13 novembre, avviata sul nostro sito a partire da sabato 28 novembre.[*]
Il contributo che segue, rientra in una sequenza aperta di riflessioni dedicate alle questioni che emergono attraverso la lettura di ciò che è accaduto nella notte del 13 novembre, avviata sul nostro sito a partire da sabato 28 novembre.
Il contributo[*] che segue, scritto da Marie-José Mondzain, rientra in una sequenza aperta di riflessioni dedicate alle questioni che emergono attraverso la lettura di ciò che è accaduto nella notte del 13 novembre, avviata sul nostro sito a partire da sabato 28 novembre.