
Un film di David Lynch su Salvini?
Anamnesi di un sogno come fake news.
Schermi in classe nasce nel 2011 con l’obiettivo di portare il cinema nelle scuole per aprire tra i ragazzi uno spazio di riflessione sulla legalità e sull’idea di cittadinanza consapevole. Il libro omonimo raccoglie alcuni contributi che raccontano il progetto e da cui emerge l’idea di cinema come punto di convergenza tra l’etica e l’estetica.
Una recensione all’ultimo libro di Pietro Montani “Tecnologie della sensibilità. Estetica ed immaginazione interattiva” (Cortina, 2014).
[ripubblichiamo e aderiamo all’appello già apparso sul blog SiriaLibano] Con questo appello ci dissociamo e condanniamo la posizione e il tipo di copertura mediatica che molti movimenti e testate giornalistiche italiane – da alcune d’ispirazione pacifista e anti-imperialista a quelle vicine ad alcuni ambienti cattolici o filo-israeliani – dimostrano nei confronti della rivoluzione in Siria. Molti di questi attori continuano a offrire un resoconto distorto degli eventi in corso, sostenendo che la rivolta è guidata dall’esterno, dunque non autentica, mettendone in dubbio il fondamento pacifico e sostenendo di fatto la brutale repressione da parte del regime di Bashar al Asad. Usano categorie che appartengono a una logica capovolta: diventa “laico” un regime clanico e che da decenni esercita il potere sfruttando le divisioni comunitarie; diventa “terrorismo” la resistenza a una repressione feroce del dissenso. In modo altrettanto grave, questi sostenitori del regime di Damasco ignorano o fanno finta di ignorare i numerosi e drammatici episodi di dissenso interno contro il regime degli al Asad da quarant’anni ad oggi, considerando nella loro analisi solo gli eventi post-15 marzo 2011. I firmatari di questo appello sostengono che: 1) La rivoluzione siriana è spontanea e di natura popolare, nata sulla scia delle altre rivolte […]
di Lorenzo Trombetta [Questo articolo è già apparso sul blog “SiriaLibano” il 24 novembre e pubblicato il giorno successivo su “Europa Quotidiano”] Preti, monaci, diplomatici, lettori di arabo nelle università, accademici, presidi di facoltà, giornalisti, segretari di partito, deputati. In Italia un vero esercito di insospettabili sostiene a spada tratta la tesi del Complotto ai danni del regime di Damasco, finendo colpevolmente a sostenere la repressione in atto in Siria da oltre otto mesi e che ha causato finora l’uccisione documentata di oltre 4.000 persone. La loro tesi è che la Siria in rivolta non esiste. Esiste un popolo in ostaggio di uno scenario reale (il regime degli al-Asad in piedi da 41 anni) e di due potenziali minacce: l’invasione della Nato e la conseguente occupazione americano-sionista o l’avvento di un emirato salafita oscurantista anti-tutto. Il compito di questa legione di sostenitori italiani di al-Asad – tra cui spiccano numerosi esponenti più o meno noti del fronte antagonista trasversale tra destra e sinistra – è delegittimare la rivolta in corso. Descriverla come una montatura delle due principali tv satellitari arabe (al-Jazira e al-Arabiya), parte di un complotto americano per contrastare l’ipotetico fronte irano-russo-cinese, simbolo per loro della Resistenza al Male. […]
Martedì 5 luglio, a Lavapiés bastano le mani levate in aria del movimento 15M per mandare via la polizia. Di seguito la cronaca di questa giornata particolare, forse la prima di tante altre. [<a href=”http://storify.com/lavoroculturale/una-giornata-particolare-martedi-5-luglio-la-poliz” target=”blank”>View the story “Una giornata particolare. La polizia sgomberata pacificamente da Lavapiés” on Storify]</a>
Pratiche di resistenza e teoria dei media.