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Sui confini d’Europa #2 – La fronti...

Questo primo intervento della serie ‘Sui confini d’Europa’ è redatto da Lorena Fornasir, psicologa e attivista in sostegno alle persone migranti lungo la rotta balcanica. Il testo parla dei dispositivi confinari che sorvegliano la porta est dell’Unione; racconta le storie di tortura dalle ultime città bosniache di frontiera, Bihać e Velika Kladuša, verso l’Italia; lascia emergere, lungo un percorso fisico e psicologico in cui si moltiplicano le violenze commesse sotto le bandiere d’Europa, le voci di chi continua, inarrestabile, a sognare la libertà oltre confine. La Redazione di Lavoro Culturale     Violenza e tortura ai confini d’Europa Sono ottanta chilometri di confine quelli che marcano il territorio tra la Bosnia e la Croazia. Una mappa geografica che disegna anche una mappa psichica dove tra speranza, illusione, fallimento, prende forma il “game” ossia il tentativo di entrare in Europa: se lo vinci sei vivo, se lo perdi hai fallito oppure puoi anche morire.  In quei boschi, tra mine, droni, termorilevatori, cani addestrati, cacciatori d’uomini, si consumano tragedie che vestono la forma delle sevizie e della tortura. Trattati come prede, costretti a rischiare la vita, i loro corpi in balia delle acque e di una guerra che insiste contro la loro […]

migranti, Vicenza, sky

I migranti, Sky e il “BelloFigo Frame”

L’altro ieri il Giornale di Vicenza usciva con una notizia dal titolo “I richiedenti asilo vogliono avere Sky. Scatta la protesta”. Che una notizia del genere possa guadagnare spazio e rilanci anche dai massimi esponenti politici di governo descrive bene lo stato di salute del giornalismo e del Paese.

Accusare i soccorritori

Pubblichiamo una sintesi del rapporto Blaming the Rescuers, a cura di Charles Heller e Lorenzo Pezzani (Forensic Oceanography, parte dell’agenzia Forensic Architecture, Goldsmiths, University of London), in concomitanza con il suo lancio presso l’Associazione della Stampa Estera in Italia. 

Caro Gentiloni, aprite quella porta

il lavoro culturale aderisce all’appello per la liberazione di Gabriele Del Grande rivolto al Governo Italiano. Gabriele è ora in sciopero della fame, detenuto in isolamento in Turchia dal 10 aprile senza aver commesso nessun reato, mentre stava lavorando al suo ultimo progetto, un racconto collettivo sulla guerra in Siria e la nascita dell’ISIS/Daesh. Sosteniamo il rilascio di Gabriele (e degli oltre 150 giornalisti attualmente detenuti in Turchia), ripubblicando alcuni articoli in cui le nostre strade si sono incrociate.

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