Insurrezioni

Nuovo Cinema Palazzo: la pratica quotidiana del...

A quasi un anno dalla “liberazione” del Cinema Palazzo, moltissime cose sono accadute e molte sono cambiate. Uno spazio destinato alla cultura, all’incontro, alla formazione è stato restituito al quartiere e a tutta la città, ha preso a vivere ogni giorno e a crescere attraverso il contributo di molti, moltissimi. Anche noi siamo cambiati, questa storia ha ridisegnato la vita di ognuno di noi, cambiandone i ritmi, gli itinerari, le prospettive. Nella pratica quotidiana che fa vivere il Cinema Palazzo, la battaglia comune ha trovato un’identità più chiara, più ambiziosa. Un anno fa la sfida era di tessere una storia collettiva che ricostruisse un luogo e rintracciasse una sintesi tra resistenza e creatività, tra radicamento locale e connessioni globali, tra impegno politico, arte e cittadinanza attiva partendo da un senso di appartenenza al quartiere-città-mondo che sentivamo comune. Oggi, attraverso questa trama densa e fitta di un anno di lavoro incessante, è nato il Nuovo Cinema Palazzo: un processo costituente che si radica nella pratica quotidiana del bene comune. L’occupazione dell’Ex-Cinema Palazzo del 15 aprile dello scorso anno è il risultato di un percorso di oltre un anno durante il quale i residenti e le realtà attive nel quartiere avevano iniziato […]

Occupare o punire? Sulla riappropriazione dei b...

di Adriano Martufi Il tema dell’occupazione è tornato in modo prorompente al centro del dibattito sulle pratiche di conflitto, come testimonia anche l’attenzione dedicata da questa rivista al tema dell’“insurrezione degli spazi”. Più marginale nel discorso pubblico pare invece la riflessione sulle politiche di repressione e sulle ricadute sanzionatorie in cui può incorrere chi metta in atto una strategia di riappropriazione dello spazio pubblico. Sarebbe però un errore confondere alcune forme tradizionali di occupazione con i più recenti fenomeni di resistenza per il bene comune. Per prima cosa è dunque opportuno tratteggiare gli elementi di novità che caratterizzano, sotto un profilo sia fenomenologico che valoriale, la pratica dell’occupazione nel quadro di una politica del comune. È poi necessario descrivere sommariamente l’arsenale sanzionatorio minacciato nei confronti di chi occupa e fare il punto su alcune allarmanti e recenti strette repressive volte a ridurre ulteriormente il potere di critica. Infine, sembra utile immaginare in una prospettiva costituente come possano evolvere i margini di legittimità per una pratica, anche conflittuale, di gestione del bene comune. 1. I beni comuni sono certo, come si sente dire, beni non quantificabili in termini monetari, entità non suscettibili di alienazione perché prive di un titolare astrattamente identificabile […]

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