
Scenari della guerra al terrore
Visualità bellica, testimonianza, autoritrattistica.
Ragion di stato, registro compassionevole e accostamenti storici in un video che ha fatto il giro del mondo.
In occasione dei quarant’anni dalla sua fondazione, l’École des hautes études en sciences sociales ha deciso di ricordare quaranta libri che hanno segnato il dibattito degli ultimi decenni nel campo delle scienze umane attraverso una serie di “recensioni”. Pubblichiamo di seguito la traduzione italiana del testo dedicato a Le portrait du roi (Minuit, 1981).
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sul numero 19 di Fata Morgana. Quadrimestrale di cinema e visioni, dedicato al concetto di “credito”.
Il 16 febbraio 2014, Andrew Harper, responsabile in Giordania dell’agenzia ONU per i rifugiati UNHCR, scatta una foto nel deserto che divide il paese dalla Siria.
In Cloning terror. La guerra delle immagini dall’11 settembre a oggi (La Casa Usher, 2013) William J.T. Mitchell compie una riflessione sul ruolo svolto dalle immagini nella guerra al terrore. Un testo fondamentale per gli studi visuali che mette a fuoco le paure e le emergenze del nostro presente.
La velocità del buio – Giorgio Fontana Giorgio Fontana è laureato in filosofia, vive a Milano e ha trent’anni. Da trentenne si guarda intorno, ma soprattutto alle spalle, come chi sa di non poter rimpiangere nulla, perché la sua maturità “è cominciata con una crisi”. E da filosofo ha scritto La velocità del buio (176 pagine, 16 euro, Editrice Zona), un libro che dal titolo potrebbe sembrare un thriller psicologico, ma che in realtà è, come lui stesso lo definisce, “un saggio su berlusconismo, crisi degli ultimi vent’anni e identità italiana – ma non solo”. Silvio Berlusconi costituisce un dato di fatto drammatico non in quanto singolo individuo, ma in quanto rappresentazione e realizzazione di una degenerazione politica e culturale. Questo è ormai assodato, e non basta il felice risultato della consultazione referendaria per decretarne la fine. Qualche giorno fa mi sono imbattuta in una frase di Giorgio Gaber: “Io non temo Berlusconi in sé, ma Berlusconi in me”. Ecco, Fontana indaga il Berlusconi in agguato in ognuno di noi: nel pressappochismo quotidiano, nell’edonismo deresponsabilizzato, nell’egoismo narcisistico. Applicando la massima einsteniana secondo la quale non c’è nulla di più pratico di una buona teoria, Fontana si chiede a cosa sia […]
Il binomio arte-finanza è strettissimo ed evidente. Le opere, come i derivati, si trasformano in promesse di valore e diventano “segni senza referenza” scambiati al pari di altri strumenti speculativi.
Uno studio di caso: l’area di accoglienza “provvisoria” Collemaggio.