
Ti do i miei occhi di un tempo fa
Filippo Bologna sul libro fotografico di Marco Dinoi.
L’intervista concessa da Daniel Zamora alla rivista Ballast è stata recepita alternativamente come una coraggiosa operazione di profanazione nei confronti di una figura divenuta intoccabile o come uno scaltro maquillage di vecchi spunti critici pretestuosi finalizzato soprattutto a strategie di auto-promozione.
Oggi alle 11.30, presso la Libreria Einaudi di Siena, Giovanni Spagnoletti, Luca Venzi e Giacomo Tagliani, presenteranno il volume Nuovo Cinema Tedesco (Junger/Neuer Deutscher Film). 17 studi (Fondazione Ente dello Spettacolo, 2014. Pubblichiamo un estratto del saggio di Spagnoletti.
Martedi 14 aprile “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pasolini verrà proiettato al Cinema Nuovo Pendola di Siena alle 21.00.
Attorno alla strage di #CharlieHebdo, pubblichiamo la traduzione, a cura di Giacomo Tagliani, di un articolo di Cinzia Arruzza uscito il 10 gennaio 2015 su Public Seminar.
A differenza del capitano Achab in “Moby Dick”, il soldato Kyle di “American Sniper” non è un eroe tragico, sopraffatto dalle proprie ossessioni: semmai un infallibile guerriero, esonerato da un destino cinico da ogni possibile responsabilità individuale.
È da poco stato pubblicato il primo dei tre volumi che compongono il Lessico del cinema italiano (Mimesis). Il Lessico, articolato in 21 lemmi, propone un discorso nuovo sulla tradizione cinematografica italiana basato sul rapporto tra forme di rappresentazione e forme di vita.
Il debito in comune: dialogo sul filo del paradosso tra teoria politica, estetica e scienze umane.
«Che cosa avreste fatto se vi foste trovati all’interno di quella immensa macchina amministrativa?». Con questa domanda Gad Lerner introduce il dibattito che segue lo spettacolo di Marco Paolini Ausmerzen, andato in onda il 26 gennaio dall’ex-ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano in occasione della Giornata della memoria. Si rivolge, Lerner, ai pochi e selezionati spettatori presenti e implicitamente ai molto più numerosi telespettatori – che per fortuna non possono intervenire con un sms da casa – creando un tensione paradossale benché naturale. Come si può rispondere ad una domanda del genere? Qualcuno di voi avrebbe eseguito gli ordini di Hitler e sterminato migliaia (milioni?) di persone “anormali”, a questo quesito si chiede di fornire una soluzione. Non ci può essere risposta, a prima vista; eppure qualche coraggioso si fa avanti: “Ho la presunzione di dire che non lo avrei fatto”. Una possibilità allora esiste, evidentemente, ma forse non è in questa direzione che va cercata. Dopo un paio di interventi, invece, inaspettata arriva: “Non si può sapere se l’avremmo fatto o meno, ma di sicuro abbiamo bisogno di strumenti culturali forti per far sì che quanto è successo non si ripeta”. È da qui dunque che bisogna partire. Ausmerzen […]