La crisi attuale e la condizione di perenne indebitamento in cui essa pone i cittadini non sono l’esito del fallimento di un sistema: al contrario, ne costituiscono il naturale sviluppo. Condizione permanente già a partire dal 1973, la crisi è, di fatto, la modalità di governo del capitalismo contemporaneo. Il rapporto creditore/debitore ha del tutto scardinato quello capitale/lavoro, ponendo fine all’esistenza della classe operaia e costituendo l’asse principale di una governance esercitata attraverso un asservimento macchinico che non passa attraverso la rappresentazione, il linguaggio, il logos. Sono queste le tesi principali dell’ultimo libro di Maurizio Lazzarato, Il governo dell’uomo indebitato. Saggio sulla condizione neoliberista (Derive Approdi, 2013), di cui pubblichiamo una recensione.