Crisi climatica e il non umano
L’ultima puntata di Intemperie*, per comprendere come il dominio antropocentrico ostacoli la lotta ai cambiamenti climatici.
L’ultima puntata di Intemperie*, per comprendere come il dominio antropocentrico ostacoli la lotta ai cambiamenti climatici.
Pubblichiamo l’ottava puntata di Intemperie* Le potenzialità di uno sguardo antropologico.
Pubblichiamo la settima puntata di Intemperie* Come il cambiamento climatico crea le basi per lo sviluppo di una pandemia A partire da un articolo di The Correspondent possiamo provare ad indagare il “doppio legame” che connette pandemia ed emergenza climatica. Come nota l’autore Rob Wijinberg, esistono quattro interessanti analogie tra i due fenomeni che ci fanno riflettere su quanto siano strettamente legati tra loro. Entrambi sono “invisibili” e hanno un “periodo d’incubazione” che ne maschera la gravità; sono pervasivi, riguardano l’intero pianeta e nessuno può considerarsi distante tanto da non subirne un qualche tipo di conseguenza; colpiscono tutti ma colpiscono le categorie più fragili con particolare violenza provocando fragilità sistemiche; per entrambi, le soluzioni sono globali. Hanno tuttavia una differenza importante: le conseguenze del cambiamento climatico, dopo una certa soglia, sono irreversibili in tempi umani, non esiste un vaccino che possa sconfiggerle. L’autore definisce, infatti, l’emergenza climatica come una “pandemia a rallentatore”. L’ambiente è un complesso insieme di fattori fisici, chimici e biologici nel quale insistono gli organismi viventi. L’ambiente è influenzato dalle attività umane e questo ha ripercussioni dirette sulla salute degli esseri viventi. In riferimento al Rapporto IPCC del 2019 Roberto Buizza, docente di Fisica alla Scuola Superiore […]
I saperi ecologici locali per resistere alla crisi climatica e ambientale Pubblichiamo oggi la prima puntata di Intemperie, serie realizzata in collaborazione con studenti e studentesse del Laboratorio permanente di Antropologia dei Cambiamenti Climatici, coordinato dall’antropologa Elisabetta Dall’Ò, presso il Dipartimento CPS (Culture, Politiche e Società) dell’Università di Torino