Giornalisti, autori e illustratori raccontano le scie chimiche, tra cospirazioni, ironia e la critica di chi, dagli scranni del parlamento, dichiara: ≪Quando sento parlare di complotto climatico non mi sento rappresentato». Il ricavato sarà devoluto agli alluvionati di Genova.
≪L’idea che chi muove da una posizione di sinistra debba essere più avveduto e intelligente è totalmente sbagliata». Forse è questo il motivo per il quale pure il Partito democratico si è occupato in passato della bufala delle scie chimiche. È di questo che si amareggia lo scrittore Fulvio Abbate nella prefazione di LaScia o Raddoppia, l’instant ebook edito da Round Robin Editrice e realizzato in 48 ore dal neonato collettivo artistico e letterario L’Anacaprina. In 108 pagine, un nutrito gruppo di giornalisti, autori e illustratori da ogni parte d’Italia – che si sono incontrati sui social network – affronta, più con ironia che con lo spirito della divulgazione scientifica, l’argomento spinoso del complottismo, che tra le file della politica italiana trova largo spazio.
Curato da Alessio Arconzo, Luca Salici e Attilio Tomaselli, l’ebook affianca salaci illustrazioni e racconti onirici tanto quanto le sirene da salvare secondo talune deputate grilline. Ma assieme a tutto questo c’è un’analisi sul meccanismo di propagazione delle notizie false nel world wide web, colpa della troppa informazione più che della disinformazione. Una radiografia istantanea – realizzata nei giorni del grande raduno convocato da Beppe Grillo al Circo Massimo – che fotografa la comunicazione digitale e il suo universo. Gli intenti sono quasi tutti ilari, tranne uno: l’intero ricavato sarà devoluto in favore degli alluvionati di Genova. L’ebook può essere acquistato su Bookrepublic.
Pubblichiamo un estratto dal testo di Luca Salici.
Alla ricerca della realtà perduta
Prima di internet le notizie viaggiavano su carta. Anche le migliori prime pagine avevano un giorno di vita e rischiavano di fare una unica fine: incartare il pesce. Oggi sul web girano articoli che ritorneranno. I migliori scoop o le più becere panzane si dimenticano in poche ore. Ma ritornano. Generando mostri, bufale senza controllo, rinculi pericolosi. «Internet è uno strumento eccezionale ma, e questa è sia la sua fortuna che la sua maledizione, è privo di filtri – dice Massimo Polidoro, segretario nazionale del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (Cicap) – Vi si può trovare di tutto, dalle ricerche più serie e scientifiche alle assurdità più clamorose. La difficoltà per chi naviga, dunque, è proprio quella di capire se si trova di fronte alle prime o alle seconde. E non è un compito facile».
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Non solo scie chimiche, la storia si intreccia con il web, dando vita a numerose teorie cospirazioniste 2.0, dall’impatto sociale senza precedenti. La cura Di Bella contro il cancro, il grano contaminato, il latte ribollito (il numero di volte riportato sotto il brick), il tonno radioattivo di Fukushima, il caso Stamina, la previsione dei terremoti e delle alluvioni. E ancora le teorie cospirazioniste storico-politiche (dall’assassinio di Kennedy al crollo delle torri gemelle l’11 settembre 2001) e quelle politico-antropologiche (come il controllo del popolo africano con la diffusione dell’Aids). «Vale la pena ricordare – afferma Massimo Polidoro – che per l’ufficio statistico dell’Unione europea, l’Italia è in cima alla classifica degli “analfabeti di ritorno”, coloro cioè che hanno un diploma ma non il senso critico per interpretare la realtà».
Professione Gianni Morandi
Da un paio di mesi spopola su facebook la pagina di Gianni Morandi. Giunta quasi a 1.100.000 like, la fan page del cantante nato a Monghidoro è senza dubbio la più seguita ed amata dagli italiani e dalle italiane. Anche se ormai alle soglie dei 70 anni (che compirà il prossimo 11 dicembre) Gianni continua ad essere l’eterno giovane. Quello che cantava nel 1962 «fatti mandare dalla mamma a prendere il latte» e che era predestinato ad impersonare il giovane precario che sbaraglia tutti i concorrenti ed arriva primo nelle classifiche delle vendite con un milione di dischi venduti per “In ginocchio da te”.
Uno che aveva già inventato i like sui social titolando una sua canzone “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” e che aveva fatto di una sua esperienza personale e privata, quale il servizio militare, una occasione di valorizzazione della propria immagine: filtrano foto e video dal Car di Arma di Taggia e dal reggimento dell’arma del genio di Pavia. Ma Gianni, sebbene militare, non scompare dalla tv per mesi, ma presidia alcune trasmissioni con le sue sigle delle trasmissioni preregistrate.
Insomma Gianni è uno che su mille ce l’ha fatta ed è un grande showman, nonché cantante, attore e conduttore. Cosa c’è di più social delle sue continue trasformazioni creative? Ma non basta. Nel 2002 durante la conduzione della trasmissione “Uno di noi” avviene la sfida delle sfide: svelare come funziona l’auditel e sovvertirne i risultati. Per battere la De Filippi su Mediaset, Morandi si presenta in mutande sul palco. E lo share si impenna. Sì. Ma tutto ciò che c’entra con noi, con le scie chimiche, con la politica, con il futuro del pianeta, con i complotti, con gli illuminati. Forse niente. Ma, mio malgrado, sono diventato il responsabile di un atto simile nelle dinamiche a quello del duo Pelù-Fazio, ma ovviamente meno impattante dal punto di vista mediatico. Io mi sono ritrovato ad essere il trait d’union tra grillini e morandini.
Seguo Morandi quotidianamente. Avido delle sue foto da diario in cui racconta viaggi, storie, sorrisi, corse e autoscatti. Una passione che condivido con tanti altri amici che troverete in queste pagine (la prima è Tiziana Martorana). Lo seguo per studiarlo. Come tanti altri, anche Vip, che oggi ne copiano lo stile. La sua linea editoriale è chiara: basta commentare notizie brutte, per quello ci sono i telegiornali. Gianni vuole parlare ai suoi fan, dettare l’agenda e provare a darci una speranza in più ogni giorno. E poi, come in un qualsiasi bar, vuole parlare del tempo, del cibo, della frutta, della salute.
Il 29 settembre (come ogni diario che si rispetti Gianni inizia con la data) parlava del suo fruttivendolo di fiducia e commentava:
«Quest’anno mi sembra che la frutta non abbia sapore. Io che ne mangio molta, sento che mele, pere, pesche e anche l’uva, non hanno lo stesso piacevole gusto di sempre. Sarà un problema climatico o mia moglie deve cambiare il fruttivendolo?»
Non so perché. Ma ad un certo punto ho risposto come Piero.
«Vi sembrerà assurdo. Ma è colpa delle scie chimiche. Spero di avere prima o poi lo spazio e il tempo su questa bacheca per spiegarne cause ed effetti».
In poche ore arrivano centinaia di commenti sul tema «esiste una relazione tra frutta insapore e scie chimiche (che non esistono) spruzzate dal sistema». Chi commentava su pagine scientifiche, chi su pagine cospirazioniste, chi su pagine satiriche che fanno il verso alle pagine cospirazioniste (ad esempio Protesi di complotto).
Ma poi risponde Lui. Gianni. Dodici ore dopo.
«Luca, mi interessa il discorso delle scie chimiche, parlacene pure».
Io non credo ai miei occhi. Gianni mi ha risposto dopo mesi e mesi di tampinamento. Condivido subito una foto con il commento cerchiato con un cuore. Ma ancora non mi rendo conto di quello che ho appena combinato.
Rivoluzione situazionista
Il giorno dopo sulle bacheche di mezza Italia si ritorna a parlare di scie chimiche. E c’è un pezzo di un giornale che fa il giro del web chiedendosi: «Stiamo perdendo anche Gianni Morandi? Oppure trolla anche lui quelli delle scie chimiche?». Alcuni mi danno del complottista fissato, per altri sono un eroe: aver riportato alla ribalta il tema parlandone nella più seguita pagina di facebook. E addirittura aver fatto palesare un interesse di Gianni sul “discorso”. Non ho letto tutti quei commenti. Sono tantissimi. Più di 5000 (tanto che Gianni il giorno dopo dirà che è uno dei post più commentati del suo diario). Uno di questi (alla pagina Protesi di complotto) mi ha fatto sorridere e pensare che forse un libro come questo può essere (anche) utile:
Marina Zanardo: «Non so se la pagina di Morandi sia gestita proprio da lui o da un team ad hoc, ma è un esempio di equilibrio, educazione e buon senso che non ha paragoni. Ogni possibile flame viene smorzato con garbo sul nascere, ogni possibile contestazione viene moderata col sorriso. Questo invito cordiale ad esporre una bufala è un esempio geniale: niente preconcetti, i riflettori sono puntati sul tizio che viene quindi caricato della responsabilità di quello che dice. Se è davvero Gianni, c’è da fargli un monumento». Chapeau.
È tutto un gombloddo
Ma torniamo a noi. E al rapporto tra la politica e la teoria del complotto. Dal 2003 ad oggi sono state presentate 15 interrogazioni parlamentari sul fenomeno delle scie chimiche. Iniziative di parlamentari dei Ds (poi Pd), Udc, Comunisti italiani, Idv che hanno chiesto al Governo informazioni su fantomatiche teorie cospirazioniste. Non è una novità del M5S insomma, ma rappresenta plasticamente il fascino bipartisan di queste teorie, non sono limitate ad un pensiero unico. Parlamentari o no, i nostri rappresentanti sono in primo luogo dei cittadini (suona grillino, lo so, ma non è colpa mia) e quindi possono cadere – se non possiedono buoni strumenti critici di analisi della realtà – nelle trappole delle notizie false. «Alcuni però pur riconoscendo l’infondatezza di certe notizie, come quelle che riguardano le scie chimiche o di certe presunte “cure miracolose”, le strumentalizzano con furbizia – spiega Massimo Polidoro – perché fanno più parlare di un decreto sull’inquinamento o di un progetto di legge contro il disboscamento. Così, certi personaggi finiscono per apparire come novelli Robin Hood, difensori dei deboli che si battono contro i potenti, mentre in realtà non fanno altro che distogliere l’attenzione del pubblico da quelli che sono i veri problemi».
Per restare aggiornati sulle scie chimiche c’è il sito web di Lascia o Raddoppia.