Palestina. Non fare finta di non sapere

Dal 5 al 13 novembre a Siena due percorsi fotografici per raccontare la storia e la cronaca di un’identità negata.

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Sabato 5 novembre con una giornata seminariale aperta a tutta la cittadinanza, si inaugurano presso la Sala Italo Calvino del Santa Maria della Scala di Siena due mostre fotografiche dedicate al Popolo palestinese e alla sua storia.

Un atto di denuncia su una situazione troppo spesso dimenticata dalla politica e dai media, ma anche un’occasione per conoscere e approfondire quella che Edward Said, in uno dei suoi più celebri studi, definì “la questione palestinese”, ovvero “la tragedia di essere vittime delle vittime”.

La Palestina della convivenza: la storia palestinese dal 1880 al 1948 è un percorso espositivo fatto di immagini d’epoca. Organizzata dall’associazione “Hawiyya-onlus”, la mostra raccoglie documenti riguardanti la vita in Palestina dall’impero Ottomano al mandato britannico, dalla Grande rivolta araba tra il 1936 e il 1939 fino alla “Nakba”, l’espulsione dalla propria terra avvenuta nel 1948.

Per non far finta di non sapere è un reportage dai campi profughi palestinesi in Libano, promosso dall’associazione culturale “Un altro mondo è possibile”. Cinquanta fotografie, un DVD con circa 100 immagini in slide show accompagnate da una colonna sonora, conducono il visitatore all’interno dei campi profughi e testimoniano le condizioni di vita dei palestinesi in Libano: circa 400.000 persone suddivise in 12 campi, alle quali è precluso l’esercizio di molte professioni ed è limitata l’iscrizione all’università.

Ad introdurre l’iniziativa, una giornata seminariale alla quale interverranno Alessandro Cannamela, assessore alla Pace e alla Cooperazione Internazionale del Comune di Siena, Maurizio Musolino giornalista e scrittore, Wasim Dahmash, professore di Letteratura araba all’Ateneo di Cagliari, Mauro Moretti, docente di Storia Moderna all’Università per Stranieri di Siena, Maria Grazia Imperiale dell’associazione “Zaatar onlus” di Genova e Fabio Cappelli, fotoreporter e rappresentante dell’associazione “Un altro mondo è possibile”.

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