Narrativa per ragazze e ragazzi: Wu Ming 4, Socha, Pia Valentinis e Sauro Marianelli

Una carrellata di libri, usciti di recente e rivolti a bimbi e ragazzi. Con un piccolo salto nel passato.

Wu Ming 4, Il Piccolo Regno

Il Piccolo Regno (Bompiani, 2016) è un libro per ragazzi scritto da Wu Ming 4. Comincio con una banalità: è un libro che mi ha fatto tornare ragazzino. Che mi ha proiettato in una dimensione temporale che avevo dimenticato: la durata della stagione estiva. L’estate, che oggi mal sopporto perché è sinonimo di lavoro eseguito nel caldo e nell’afa, che per fortuna trascorre velocemente, era un tempo, da piccolo, un’altra cosa. Aveva una durata lunga, quando il tempo si dilatava come le giornate. Il caldo non si sentiva, le giornate sembravano eterne, cadevano gli obblighi scolastici, quelli lavorativi non erano ancora pervenuti. Le ginocchia erano perennemente rotte, piene di croste di sangue, risultato di cadute di bicicletta o di partite a pallone regolarmente fallose. Quelle ginocchia sudice e piene di croste venivano ogni sera lavate dalla mamma, che passava anche una spruzzata di acqua ossigenata a disinfettare le ferite. Le avventure quel giorno erano finite, si andava a letto, domani la banda si sarebbe riunita al mattino per una nuova avventura.

Quei ricordi mi sono tornati in mente leggendo il bel romanzo di Wu Ming 4.

Il libro, letto dal punto di vista delle genti alte, come sto facendo io, riassume diversi motivi dell’immaginario di Wu Ming 4: ci sono l’eroe imperfetto, il medioevo e la campagna inglese, concentrati in una storia toccante che racconta momenti profondi della trasformazione e delle prove dell’infanzia, sullo sfondo di un contesto politico appena tratteggiato eppure vivido. Lo sguardo dei bambini sul mondo delle genti alte è strepitoso e straniante.

Tra i personaggi del mondo degli adulti, quello che mi ha colpito di più, nonostante la breve comparsa sulla scena, è il fuggiasco Billy. Non è né protagonista né comprimario, nel romanzo, ma è dal mio punto di vista la figura più importante. Billy irrompe nella bella villa dei genitori dei protagonisti, porta il conflitto di classe e scompagina il buon ordine della borghesia fabiana in villeggiatura.

Il libro si legge in poche ore ma inocula nel lettore adulto un effetto domino che dura per giorni. Roba rimossa da l’infanzia torna a galla, dopo la lettura. E anche il lettore smaliziato deve arrendersi a domande puerili. Cos’è successo a Billy dopo la notte della fuga con Ned sulle acque della Manica? Com’è arrivato in Spagna? Ha combattuto nel fronte di Aragona? Era nelle Brigate Internazionali o nel Poum? La storia di Wu Ming 4 termina prima che questi scenari, posti fuori il campo della narrazione, siano presi in considerazione. Ma la storia di Billy non può finire qui. Prima o poi Wu Ming 4 dovrà servirci uno spin-off. Le genti alte lo esigono e le basse, crediamo, pure.

Piotr Socha, Il regno delle api

Meraviglioso Il regno delle api di Socha (Electa Kids, 2016), libro di formato gigante con le tavole di Socha corredate dal testo in contrappunto di Wojiech Grajkowski. Il merito principale del libro è quello di fornire ai bambini un approccio scientifico all’apicoltura. Le api sono da sempre uno degli animali preferiti dei bambini e molte pubblicazioni si rivolgono ai piccolissimi proprio partendo da questo importantissimo insetto. In realtà, pubblicazioni anche apprezzabili come Giulio Coniglio e le api tendono a umanizzare il mondo degli alveari, al pari di cartoni-animati come La casa delle api o L’ape Maia dei vecchi tempi. Socha, invece, sposta la bussola del proprio tratto grafico verso l’iconografia dei manuali di entomologia, con tavole giganti che costruiscono una sorta di piccolo manuale all’apicoltura per bambini. I campi esplorati sono i più vari. Dal mondo dell’apicoltura razionale alla storia comparata dei rapporti uomo-ape; dai tipi più diffusi di arnia fino alle specie floreali mellifere e alla prassi dell’impollinazione. E poi gli attrezzi del mestiere e i prodotti della pratica apiaria. L’autore produce continue tassonomie illustrate che accoppiano nomi complessi a disegni semplici da memorizzare. In basso poi ci sono i testi, approfonditi e mai banali, corredati di tanto in tanto da simpatiche pagine di “curiosità” che sembrano spuntare da una pubblicazione popolare degli anni cinquanta. Un’opera assolutamente necessaria, da regalare ai piccoli, fruibile anche dai grandi, perfetta per diffondere consapevolezza sulle api. Perché avremo un futuro su questo pianeta solo se potremo condividerlo con Apis mellifera.

Pia Valentinis

I lettori di il lavoro culturale hanno già incontrato Pia Valentinis e il suo capolavoro Ferriera, già recensito tempo fa. Come Bianciardi, che scriveva nel tempo libero dalle traduzioni, Pia ha scritto e illustrato un meraviglioso graphic novel dedicato alla storia del padre operaio nel tempo libero dal lavoro nell’industria editoriale. Campo in cui è una prolifica autrice, soprattutto nel settore dell’illustrazione delle opere per l’infanzia. Provo quindi a non parlare di Ferriera, libro su cui ho lasciato un pezzo di cuore, per passare velocemente in rassegna l’opera di Pia Valentinis nel settore della narrativa per l’infanzia. Segnalo di seguito tre opere.

Un classico, Cappuccetto rosso. La favola dei Grimm la conosciamo tutti ma le tavole di Valentinis sono sorprendenti. Il testo riprende la variante della storia più cupa e anche le tavole, nella loro bellezza cromatica, hanno sfumature inquietanti. Dopo il bianco e nero e le zone di grigio di Ferriera, qui ci si ritrova in un’apoteosi di rosso onirico e perturbante, come si conviene del resto a una novella che ci insegna a vincere le paure (si veda la lettura di Irene Barrese di C’era una volta una bambina, sempre su questo blog).

Mammalingua è un dizionario di filastrocche per la mamma, per far sentire la voce della mamma ai neonati durante i primi mesi di esogestazione, quando la voce materna ha un ruolo molto importante nella relazione col lattante. Qui le figure a colori escono dallo sfondo grigio. Forse il bambino a quell’età è stimolato solo dal contrasto primo piano/figura vs sfondo/contorno, ma il messaggio è veicolato dalle rime della nenia e dalla voce dei genitori. Ovviamente anche il babbo può leggere come una mamma, non ci saranno spiazzamenti di identità di genere, checché ne dicano i “talebani de noaltri” così preoccupati dal sovrapporsi dei ruoli tradizionali di genere nelle famiglie. Una voce è una voce e a alle orecchie di un neonato conta solo che sia rilassata e rassicurante, mica che sia maschile o femminile.

Infine, un’opera dedicata a Monet, in apparenza didascalica, in realtà fortemente creativa. Oltre il giardino del signor Monet (Lapis Edizioni, 2015) è un’esplosione di colori, un gioco en abyme di citazioni, un omaggio al Monet creatore e pittore di giardini che diventa un’opera grafica in cui gli autori (Ascari e Valentinis) educano, intrattengono e incantano.

Sauro Marianelli e Bruno Travaglini

Infine, vorrei segnalare un autore di libri per ragazzi che è stato in parte dimenticato e che meriterebbe invece letture e riedizioni. Sto parlando del maremmano Sauro Marianelli, classe 1933, che negli anni settanta e ottanta era un nome di punta dell’editoria per ragazzi: pubblicava per Fabbri, Bompiani e Mursia, era tradotto all’estero e aveva vinto svariati premi nel settore, come il Premio Andersen o il Bancarellino. Incredibilmente, i suoi libri oggi sono fuori catalogo. Tra le mie letture giovanili ricordo Il compagno proibito (Fabbri, 1981) e Una storia nella storia (Fabbri, 1987). Mi propongo di leggere quanto prima La mia resistenza, in cui l’autore racconta con occhi da bambino alcuni episodi della guerra e della Resistenza. Un tema che mi ha ricordato un’opera uscita in anni più recenti, realizzata con grandi capacità narrative da Bruno Travaglini in Un luogo, un tempo, un memoriale toccante sulla strage di Niccioleta del ’44 (Bulgarini, 2008). La guerra e la Resistenza, la perdita dello sguardo incantato dell’infanzia, il passaggio violento all’età adulta attraverso la morte del padre. Tematiche che Bruno Travaglini racconta dalla prospettiva di un ragazzino, parlando a un pubblico adulto, o da adulto, parlando ai bambini. Come nel caso di Wu Ming 4, un bel libro non è per bambini o per adulti. Un libro, quando è bello, è per tutti.

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