A Modena, tra salute e malattia, i passi di un percorso condiviso

Che spazio hanno i cittadini per determinare concretamente cosa è salute, cosa è malattia e quali devono essere le “prassi” attraverso cui diventano concreti i diritti sociali? Le politiche pubbliche, nei nuovi modelli di “governance”, offrono ancora spazi di apertura, dibattito pubblico, definizione negoziata dei bisogni e delle modalità per rispondervi?

È questa la sfida con cui il 18 Ottobre si è aperta la Settimana della Salute Mentale di Modena. Una settimana di eventi e dibattiti organizzata dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL che già nella sua forma esprime un nuovo bisogno di partecipazione e confronto con la cittadinanza. Un’iniziativa “diffusa”, con caratteri di “assemblea permanente” dentro il territorio, che è l’esito di un percorso partecipativo svolto tra organizzazioni di utenti, associazioni di familiari, agenzie e istituzioni locali, movimenti e gruppi di cittadini attivi, impegnati nel creare nuovi spazi di visibilità pubblica e di interlocuzione tra soggetti sul tema della Salute Mentale.

Scuola, università, organizzazioni professionali, soggetti sindacali e di movimento, associazioni della cittadinanza attiva e attori del privato sociale e imprenditoriale, per un totale di più di un centinaio di soggetti, sono stati chiamati a confrontarsi su questo tema da una Segretaria Organizzativa costituita in forma ibrida, composta da professionisti della salute mentale e associazioni di utenti e familiari, attraverso un percorso di progettazione partecipata durato otto mesi, che ha coinvolto tutto il territorio della Provincia di Modena.

Questo dialogo organizzativo, impegnato nella realizzazione di momenti concreti di “pubblicità”, è quanto mai necessario in un momento in cui sembra che il “diritto alla salute” sia inteso solo come una “proprietà” detenuta dal singolo individuo, un possesso monetizzabile sul mercato delle prestazioni sanitarie, che in quanto tale non rimanda più a posizioni di garanzia determinate collettivamente, ma a qualcosa che gli individui devono competere per meritarsi. In un dibattito pubblico asfittico, nel quale le prestazioni sanitarie sono ormai interpretate solo come un intervento tecnico, una erogazione, un’azione professionale volta a colmare un determinato stato di bisogno, che viene riconosciuto tale in quanto presente in caselle diagnostiche oggettive.

Di conseguenza, di fronte a discorsi sul sistema sanitario che sono sempre più discorsi quantitativi e monetaristici, il mondo dell’associazionismo della salute mentale ha sentito il bisogno di tornare a discutere delle prassi, dei modelli interpretativi, delle concrete forme attraverso cui la salute si declina come concreto esercizio dei diritti sociali.

La trentennale affermazione del “welfare mix”, infatti, nonostante il suo instancabile argomentare sulla “solidarietà”, sulle “reti” e sulla propensione delle comunità alla cooperazione, rischia di lasciare indietro la questione delle “scelte di giustizia” che quotidianamente sostanziano l’operato dei servizi. Questo soprattutto a causa del venir meno di occasioni e contesti di dibattito e mediazione pubblica delle politiche, nei quali ogni singola “pratica” possa essere ricollegata e argomentata secondo le “scelte di campo” che la sottendono politicamente. Il mondo della salute mentale, protagonista oggi di nuove forme di attivismo e di presa di parola, soprattutto da parte delle nascenti organizzazioni di utenti, ritorna in una posizione di primo piano in quella che può concretamente porsi come una nuova “deistituzionalizzazione” di un sistema di welfare che rischia di porsi come una nuova gabbia invisibile, che condanna alcuni all’esclusione dal contratto sociale e tutti gli altri ad una quotidiana competizione per la sopravvivenza.

Per questi motivi la Settimana della Salute Mentale è stata un’occasione importante per i soggetti interessati a riportare la dimensione della giustizia nel dibattito sulle politiche pubbliche e sulla salute mentale.

[Riccardo Ierna e Luca Negrogno, redattori di Reparto Agitati, insieme a Rosanna Castorina, Manuela Ciambellini, Giovanni Pizza e Gabriele Roccheggiani, saranno presenti a Modena venerdì 25 Ottobre alle 14.00 per discutere di questi temi utilizzando gli strumenti teorici e pratici forniti da Franca Ongaro Basaglia in Salute\Malattia, testo recente ripubblicato da collana 180].

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