Una scommessa: cogliere la realtà in contropelo.
di Chiara Licata e Giulia Romanin Jacur Il 17 novembre pomeriggio si è svolto l’ultimo appuntamento di “Incontrotesto” all’interno dell’iniziativa “Leggere è volare”, che ha avuto come protagonista il romanziere Walter Siti. Lo scrittore è stato presentato al pubblico da Riccardo Castellana, docente di Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Siena. A seguire il romanziere ha letto alcuni brani, scelti da lui, rispettivamente dai romanzi: Troppi Paradisi, Il Contagio, Autopsia dell’ossessione. Riportiamo qui il video dell’incontro:
La produzione di Walter Siti nasce dalla confluenza di diverse esperienze culturali: prima di diventare un romanziere affermato, Walter Siti è stato per buona parte della sua vita docente universitario, critico letterario e saggista. In tutti i suoi romanzi, soprattutto nei primi tre (Scuola di Nudo, Un dolore normale e Troppi Paradisi), l’autore costruisce la narrazione giocando su una serie di artifici pseudo-autobiografici, volti da una parte a suscitare disorientamento nel lettore, dall’altra, in particolare in Troppi Paradisi, a far vedere come tipico e «mediocre» Walter Siti autore e personaggio narrante. Non a caso l’incipit di Troppi Paradisi recita: «Mi chiamo Walter Siti, come tutti». L’esperimento è dunque quello di scrivere di un individuo per parlare in realtà di una collettività. Troppi Paradisi si costituisce dunque non solo come «autobiografia di fatti non accaduti», come fac-simile di vita, ma anche come specchio attraverso il quale viene proiettata la mediocrità della realtà contemporanea. Mediocrità e degrado che vedono il loro trionfo proprio all’interno dei “paradisi” che l’occidente tardo-capitalistico costruisce ed impone: dal mondo televisivo ai centri commerciali, dal turismo di massa alla cocaina. Sono questi i temi cardine di Troppi Paradisi, considerato da molti il suo libro più riuscito: un romanzo-saggio sul tempo presente, il cui titolo allude alla mistica del consumismo, percepita come logica egemone della realtà. Dinnanzi ad un panorama così desolante, in cui la realtà è ormai surrogato del reality-show televisivo, la scommessa di Walter Siti è volerla cogliere “in contropelo”: il romanzo serve a far conoscere una parte di realtà che la Storia fa fatica a vedere. Il realismo che interessa a Siti, quello che racconta la realtà interstiziale, è quello colto da prospettive non usuali, non abitudinarie, è un realismo che lo scrittore stesso, in un intervento al Festival della mente di Sarzana del 2008, aveva già definito come «paradossale». Per Siti il realismo è «un gioco di prestigio che si fa con la realtà, aspettando il tempo perché l’emozione agisca». Al di là della tecnica letteraria, è doveroso ricordare che la narrativa di Siti si fa inevitabilmente portavoce dei meccanismi interni che muovono la contemporaneità: uno fra tutti è per esempio il fenomeno dei centri commerciali, diventati, secondo lo stesso autore, «palestre dell’odierna rassegnazione» e «luoghi dell’indifferenza di tutti i valori», rifugi collettivi da frequentare con passività e rassegnazione. Forse, da questa realtà anestetizzata dalla ricerca dei paradisi artificiali, non c’è modo di uscire, se non con la l’aiuto della funzione “smascherante” della letteratura. Dopo Autopsia dell’ossessione, uscito l’anno scorso per Mondadori, siamo dunque in attesa del nuovo romanzo, ora finito nella sua prima revisione. Di quest’ultimo si sa ancora poco: il contesto, che sarà il mondo dell’alta finanza; il titolo, forse provvisorio, che per ora è Resistere non serve e niente; infine, un piccolo assaggio del romanzo, pubblicato nel blog “Le parole e le cose”. Sappiamo inoltre che questo nuovo libro andrà in direzione di un allontanamento dall’autoriflessione e dall’autobiografia, genere ormai scandagliato in tutti i romanzi precedenti. Non ci rimane dunque altro che attendere a breve l’uscita del nuovo romanzo, per capire che strada percorrerà il nostro Walter Siti, personaggio e autore.