Chi sono i Nuovi Arabi?

Pubblichiamo un articolo di Azmi Bishara uscito il 5 Novembre su al-Arabi al-Jadeed. La traduzione è a cura di Saverio Leopardi.

Un essere umano non può essere modellato e rimodellato secondo un progetto fisico o filosofico precostituito. Nel corso della storia, tutti i più celebri sforzi tesi alla creazione “dell’uomo nuovo” sono sfociati in disastri.

Per quanto ci riguarda, ringraziando Dio, noi non siamo stati ancora afflitti da regimi totalitari capaci di modellare un nuovo individuo arabo. Piuttosto siamo stremati da regimi autoritari capaci solamente di deformare ciò che è venuto prima di loro, corrompendo l’eredità del passato e reprimendo la dignità e la personalità umane al fine di sottomettere i loro popoli. Quando la repressione avviene in un contesto di arretratezza, essa si manifesta attraverso la violenza fisica e verbale.

Poiché non è emersa alcuna amministrazione politica capace di costituire Al-Arabi Al-Jadid –“il nuovo arabo”– attraverso una qualsiasi forma di inevitabilmente disastrosa ingegneria sociale, e poiché un’intera generazione è stata consumata da vecchi sogni di rivoluzione e le successive delusioni, le caratteristiche fondamentali di questo nuovo individuo arabo sono maturate all’infuori del contesto di manifesti e programmi e sono tutt’ora modellate dall’azione pratica, attraverso i mezzi di una lotta che rifiuta la situazione in cui gli arabi stessi si trovano e che sfida il discorso intellettuale dei nostri tempi.

Una Nuova Era Araba

In fin dei conti siamo in grado di intravedere una nuova era in questo individuo arabo che ne ha avuto abbastanza della sottomissione a un autoritarismo stanco e corrotto e che si è ribellato contro le forze della repressione, rifiutando una burocrazia arretrata e quel sistema di furto che si chiama clientelismo.

Durante il 2011 e il 2012 sono emerse le caratteristiche di un arabo che rifiuta di essere sottomesso guardando in faccia la violenza fisica, che aspira a raggiungere i propri diritti civili e che invoca valori come dignità e libertà, la condizione di base in virtù della quale la vita di ogni essere umano non dovrebbe essere tormentata dal soddisfacimento dei propri bisogni primari.

Perciò le principali rivendicazioni sono state pane, libertà e dignità. Queste sono non solo le caratteristiche di una Nuova Era Araba, ma anche di un’era araba moderna.

Prima che le forze morali e materiali del passato serrassero i ranghi, abbiamo sentito la Nuova Era Araba prendersi gioco della retorica pomposa e delle grandi ideologie dietro cui si nascondevano i nostri piccoli governanti e i loro sostenitori. Con stupore abbiamo notato che questa nuova era teneva ben salda la propria identità araba di fronte al settarismo, evitando contemporaneamente le identità nazionaliste e sostenendo pubblicamente sia la democrazia sia la causa della Palestina.

Essa desiderava stati moderni e sviluppati senza teorie economiche neoliberiste, la giustizia sociale senza ideologia comunista, la democrazia senza rinunciare all’Arabismo culturale e una politica che riconoscesse la centralità della Palestina come simbolo dell’adesione alla giustizia e del rifiuto del colonialismo.

Abbiamo visto giovani invocare i diritti civili senza essere stregati dalla manipolazione israeliana della democrazia e aderire alla propria identità araba senza un fanatismo panarabista diretto contro altre culture o gruppi etnici. Abbiamo visto Nuovi Arabi confluire assieme – uomini e donne – nelle piazze pubbliche, senza violenza o abusi sessuali, in favore della diversità e contro l’intolleranza verso altre identità.

Lo sfruttamento della virtù

Tuttavia, l’innocenza della Nuova Era Araba ha privato coloro che avevano combattuto per essa dell’acume necessario per individuare le trappole del vecchio ordine politico, con i suoi partiti e mezzi di comunicazione. La spontaneità della Nuova Era Araba ha portato i suoi aderenti a trascurare l’organizzazione politica.

I Nuovi Arabi non hanno sperimentato la differenza tra protesta politica e azione politica necessaria per costruire la democrazia. Così che tutti coloro contro i quali si sono ribellati – i sostenitori della violenza, dell’ignoranza, dell’intolleranza settaria, del militarismo, dei vecchi partiti e dei loro interessi – si sono coalizzati contro i Nuovi Arabi.

Inoltre, i fautori di questa Nuova Era Araba sono stati traditi da chi aveva dato loro la falsa impressione di aver abbandonato il proprio passato di intolleranza e militarismo in favore della democrazia.

Questa inusuale alleanza ha trasformato il sogno in incubo. In politica, spesso i sogni  tendono a diventare incubi. Questo incubo ha immerso interi Paesi nel sangue. Ha oscurato il confine tra dispostismo e democrazia attraverso la frammentazione delle identità e alimentando le intolleranze tra “noi” e “loro”, tra maggioranze e minoranze, tra islamisti e laici.

Queste polarizzazioni hanno sostituito la lotta tra democratici e non-democratici. Gli artefici di quest’incubo hanno sostituito la moralità con i conflitti identitari, mentre l’assassinio e altre atrocità sono divenute accettabili fintantoché vengono commesse contro di “loro”.

La lotta continua

Le forze democratiche affrontano una grande sfida. La lotta contro il dispotismo si è trasformata in una lotta contro l’arretratezza sociale e culturale sulla quale si basa l’intera struttura del dispotismo.

Tuttavia, il più grande punto di forza della democrazia in questa battaglia è che la Nuova Era Araba non è un miraggio che scompare quando ci si avvicina. Rimane un’intera generazione di giovani che ha urlato e mostrato la propria solidarietà, che ha prodotto i propri martiri e feriti, che ha scoperto la propria voce e il proprio sangue ed è stata sopraffatta dal corso degli eventi.

Questa è una generazione che ha risvegliato i sogni dimenticati delle generazioni precedenti, ha ispirato l’immaginazione delle proprie società e ha affascinato il mondo intero. Essa ha scioccato gli opportunisti e terrificato le forze reazionarie, stati e regimi, persone di destra e persone i cui soli attributi di sinistra sono i loro nomi e il loro sciovinismo.

I reazionari hanno serrato i ranghi contro la Nuova Era Araba, ma nessun membro del vecchio establishment osa prendersi gioco di essa, eccetto i pazzi. I suoi fantasmi attraversano l’intera nazione araba e ciò è ancora presente nel linguaggio, gli sguardi e i toni.

La Nuova Era Araba è ovunque e trova simpatizzanti in tutto il mondo. Sta mettendo insieme le sue forze, rimpiangendo i suoi errori, ridendo della sua stessa innocenza e cercando programmi politici pratici, forme organizzative e risposte alle proprie domande, mentre porta avanti il suo duro ma inevitabilmente vittorioso percorso.

Essa sta preparando il suo fatidico ritorno. Il seme dell’aspirazione –alla libertà, all’uguaglianza e a una vita dignitosa– è stato piantato nei cuori di una generazione intera. Il suolo contemporaneo è fertile e questa generazione si trasformerà in una generazione di cittadini che si sfideranno sulle basi di piattaforme politiche e culturali che un giorno governeranno in ogni Paese arabo.

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