il lavoro culturale e #2019SI

Cagliari, Lecce, Matera, Perugia e Assisi, Ravenna, Siena: tra pochi giorni, sapremo quale città italiana rappresenterà la cultura europea nel 2019.

Un processo, quello delle capitali, finalizzato alla costituzione di una “cultura europea” o, più realisticamente, al riconoscimento di un piano culturale comune fra i vari Stati membri. Eventi di queste dimensioni spesso corrono il rischio di generare enormi aspettative, considerando anche il grande numero di persone e risorse coinvolte, che potrebbero risultare disattese se non si mobilitano le capacità politiche per tradurre il lavoro di progettazione in un insieme durevole di risorse culturali.

Il periodo storico ed economico entro il quale ricade quest’ultimo percorso di candidatura influisce con forza sui progetti italiani. Se è possibile trovare un trait d’union fra i dossier presentati, il tema della crisi sembra ancora una volta l’elemento portante nel processo di realizzazione di un programma culturale di lunga durata. Non una rappresentazione unitaria, come può apparire dal discorso mediatico, ma una crisi molteplice  perdurante o epifanica  che chiede alle città di riattivare il processo di immaginazione accantonato in seguito ai sempre più pressanti richiami alla contingenza economica e alle necessità emergenziali. Queste condizioni di partenza generano sicuramente degli elementi di novità rispetto ai percorsi delle città che in passato hanno rivestito il ruolo di capitale della cultura. Molte delle tematiche che affiorano all’interno dei Bid Book riguardano la relazione tra la cittadinanza e le istituzioni in un tentativo di riavvicinamento che si propone di utilizzare un modello collaborativo a discapito della competitività. Altri elementi di interesse si ritrovano nelle interpretazioni e nelle declinazioni del concetto di cultura: i progetti sono tesi a valorizzare il contributo qualitativo, e non soltanto quantitativo, che l’attività culturale produce nei contesti dove si realizza. Ciò sembra una possibilità, ancora aperta e percorribile, per proporre una lettura e delle pratiche alternative al tentativo di superamento prevalentemente economicistico della crisi portato avanti dalle attuali politiche europee.

Il lavoro culturale ha un rapporto speciale con la città di Siena. Presso l’Ateneo senese hanno preso avvio le nostre attività seminariali e in quegli stessi spazi è stato concepito il progetto originario del blog che conta oggi su una rete di redattori e collaboratori dislocati in tutta Italia. Nel tentativo di dare continuità a un lavoro che nasce in un luogo per disseminarsi e rigenerarsi nel confronto con altre realtà italiane ed europee, il lavoro culturale ha deciso di collaborare direttamente alla realizzazione e all’immaginazione di alcune parti del progetto di candidatura di Siena2019. Il proposito è stato quello di innestare nel progetto alcune tematiche che il blog ha approfondito nel corso degli anni attraverso il contributo degli attori culturali che abbiamo incontrato nel nostro percorso.

Strettamente legato al territorio senese, il primo aspetto di collaborazione è quello riguardante il Padiglione Conolly dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò, un luogo sul quale si è accesa la nostra attenzione a partire dal progetto “sPazzi. Dalla distruzione del manicomio alla costruzione dei diritti”. Il panopticon, attualmente in stato di abbandono, rappresenta una delle esclusioni patrimoniali prodotte dal processo identitario cittadino. Un luogo emblematico per comprendere il percorso culturale e politico che ha portato alla chiusura delle istituzioni manicomiali e, allo stesso tempo, un perno attraverso il quale riflettere sulle attuali istituzioni di detenzione psichiatrica attive sul territorio italiano.
Questa parte trova ospitalità all’interno del progetto ParaSite, che affronta il tema dell’accessibilità e dell’esclusione, cercando di proporre una riflessione e un superamento delle barriere, fisiche e culturali, che caratterizzano gli spazi urbani. Il percorso tracciato all’interno della cornice di Siena2019 si avvarrà della collaborazione di alcuni degli operatori italiani più attivi sul tema della salute mentale come la Fondazione Franca e Franco Basaglia, il comitato stopOPG, CoPerSaMM (conferenza permanente per la salute mentale nel mondo F. Basaglia), il Forum di salute mentale. Assieme ad altre realtà ed operatori, del territorio e nazionali (Atelier Dall’Osso, ADARTE, CREA, Gianni Berengo Gardin, Panspeech), con il fine di ricollocare il Padiglione Conolly nella memoria della città, stimolando un processo di cittadinanza attiva sulle tematiche della salute, della contenzione e della malattia.

La seconda linea d’intervento si connette invece all’idea di rendere fruibili gli strumenti delle discipline umanistiche al di fuori dei luoghi accademici. Questa filosofia, che ha caratterizzato il lavoro culturale fin dalle sue origini, ha trovato ospitalità e occasione di rilancio all’interno del progetto CopyWrong di Siena2019, che si propone di sviluppare la cultura della condivisione e della co-creazione, attraverso i media vecchi e nuovi, nonché riconsiderare la sostenibilità economica e giuridica dei modelli di creatività che caratterizzano lo scenario contemporaneo.
Nello specifico, il nostro contributo riguarda la costruzione di un network europeo dei nuovi lavoratori culturali: produttori e consumatori di cultura che attraverso l’uso della rete stanno cercando di ridefinire i concetti di intellettualità e autorialità. Un percorso pensato insieme ad altri blog culturali come 404:file not found, Le parole e le cose, La furia dei cervelli e operatori del settore come Gino Roncaglia, ESM (scuola europea di Monaco), Osservatorio permanente sul dopo sisma, Forensic Oceanography, per mettere in gioco le discipline umanistiche in luoghi non convenzionali.

Nelle prossime settimane – in attesa del verdetto che il 17 ottobre decreterà quale delle sei città candidate diventerà la Capitale europea della cultura per il 2019 – rilanceremo  sul nostro profilo Twitter  e sulla nostra pagina Facebook  gli articoli dall’archivio del blog che ci hanno aiutato nell’elaborazione del nostro contributo per i progetti CopyWrong e ParaSite. Seguiteci tramite l’hashtag #2019SI.

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