Creare valore nei luoghi “marginali” con le loro potenzialità creative.
Essere provincia senza disperare, essere luoghi dove si arriva con passo lento, dove la bellezza
torna ad essere un premio per chi l’ha cercata a lungo e non un diritto di tutti per cui basta pagare.
Fuori dalla scena principale e più vicini a tutti i segreti.
Franco Cassano, “Il pensiero meridiano”
Stato di Noia è un luogo geografico e della mente. È il tempo del silenzio, della lentezza e dell’attesa, è uno spazio di immaginazione. Noja è l’antico nome di un paesino lucano nel Parco del Pollino: noia è lo stato emotivo che gli si addice di più. Stato di Noia è il tentativo di riprodurre il valore di luoghi ‘marginali’ attraverso arte e attività culturali, non fuggendo la noia, ma cogliendone le potenzialità creative.
Il titolo del progetto fa riferimento alla denominazione storica dell’antico feudo che si estendeva dal monte Pollino, lungo la valle del Sarmento, fino al punto dove questo fiume si immette nel Sinni. Noepoli, San Giorgio Lucano, Cersosimo, San Paolo Albanese, San Costantino Albanese, Terranova di Pollino: sei piccoli borghi situati sulle pendici delle montagne che formano la valle, in cui si conservano tradizioni secolari e dove l’uomo vive da sempre a stretto contatto con la natura.
La Val Sarmento, contesto e al contempo protagonista del progetto, è una delle aree individuate dalla Strategia Nazionale delle Aree Interne che, oltre all’invecchiamento demografico e alla riduzione dell’offerta dei servizi pubblici, è caratterizzata dal basso grado di utilizzo del proprio capitale territoriale: luoghi che faticano a lavorare in rete, talvolta ben conservati e recuperati ma sottoutilizzati e di cui si fatica a riprodurre il valore, limitandosi spesso alla pura conservazione in chiave nostalgica.
Si tratta di un territorio che nel passato ha ricoperto un ruolo importante all’interno della vita politica e sociale della Basilicata, oggi annoverato tra i paesaggi ‘periferici’ ma non per questo vuoto, immobile, perduto. Proprio facendo leva sulla comunità locale, il progetto mira a rafforzarne il potenziale di sviluppo, creando reti di valore e promuovendo saperi e competenze, inserendosi trasversalmente nei settori delle arti visive, del patrimonio e del turismo.
Stato di Noia impiega l’arte contemporanea come strumento di avvicinamento al territorio, attraverso residenze artistiche finalizzate alla realizzazione di interventi site e community specific, al dialogo con le tradizioni e le comunità locali e alla contaminazione, generando una riflessione continua e sempre diversa sulla Val Sarmento.
Si tratta di un progetto con un obiettivo ambizioso, in via di sperimentazione nei primi anni e che procede a piccoli passi. Le attività pensate per la prima fase (anni 2018 – 2019) hanno permesso di testare l’idea, di attivare una prima proficua operatività con gli attori locali individuati, e di rafforzare la capacità di progetto del team proponente, a partire dal primo prototipo progettuale dell’estate 2018, realizzato collaborando alla Netural Walk, viaggio a piedi nei paesi della Val Sarmento, promosso da Casa Netural, in cui sono stati inseriti un itinerario poetico, una performance artistica nel greto del fiume, pranzi e cene di comunità e un diario illustrato del viaggio.
Nell’estate 2019, grazie alla collaborazione con il Comune di Noepoli è stato realizzato A vijë a vijë. Voci e sentieri dello Stato di Noia, coprodotto con Fondazione Matera 2019 nell’ambito di Capitale per un giorno. “A vijë a vijë”, espressione dialettale che significa “di strada in strada”, “lungo la strada, lentamente” è un itinerario artistico di sentieri e narrazioni.
Le residenze delle artiste Guendalina Salini e Luana Perilli hanno avuto come esito installazioni site specific, realizzate con la partecipazione della comunità, ricercando storie e suggestioni, indagando l’immaginario collettivo e intessendo un dialogo con la tradizione.
A “A vijë a vijë” Guendalina e Luana hanno incontrato volti e paesaggi, hanno scritto parole, attivando una narrazione aperta e possibile nello Stato di Noia, dove nulla apparentemente accade e tutto può succedere. Le immagini fotografiche di Guendalina hanno catturato volti, sguardi e gesti impreziosendoli ed espandendoli oltre le identità fisse, i luoghi fisici incorniciati, le narrazioni stereotipate.
Le parole di Luana, scritte lungo il sentiero che conduce da Noepoli al fiume Sarmento, sono le funzioni di Propp, elementi ricorrenti di tutte le narrazioni, capaci di stimolare la creatività e l’immaginazione generando racconti continui e sempre diversi. Mescolando parole e immagini le artiste hanno creato una trama di luoghi ed emozioni, una geografia personale e collettiva dei sei paesi della Val Sarmento che furono un antico stato, una fiaba popolare capace di ripetersi all’infinito, strada facendo.
Anche il poeta e paesologo Franco Arminio ha omaggiato la Val Sarmento con i suoi versi insieme a Raffaele Carlomagno e i musicisti Giuseppe Di Taranto e Davide Maria Viola. Inoltre ad agosto è stata avviata la ‘banca dell’ozio creativo’: nei paesi della valle si sono svolti sei laboratori e un ‘pranzo di vicinato’. Ognuno ha regalato il proprio tempo per condividere competenze, saperi, racconti e ricette, contribuendo alla co-creazione delle attività laboratoriali.
A Cersosimo abbiamo imparato a preparare lo spumino. A San Paolo Albanese, nella cornice del Museo della Cultura Arbëreshe, abbiamo preparato delle speciali conserve di racconti, scoprendo il rito del matrimonio. A Noepoli con ago e filo abbiamo cucito versi poetici. A San Giorgio Lucano abbiamo appreso tutti i segreti dell’uso del pulegio nella cultura dei grottaroli. A Terranova di Pollino abbiamo preparato gli strascinati con la farina del grano Carosella del Pollino. A San Costantino Albanese abbiamo realizzato dei piccoli Nusazit, i caratteristici pupazzi di cartapesta, protagonisti della festa della Madonna della Stella.
Stato di Noia | La banca dell’ozio creativo, Progetto di Comunità di Matera 2019 si è concluso con un pranzo di vicinato a Noepoli: simpatiche signore ci hanno deliziato con le loro creazioni culinarie e tutti i vicini, grandi e bambini, noiesi e abitanti temporanei hanno riempito una piazzetta solitamente vuota di sorrisi, balli e allegria.
Abbiamo rivolto l’attenzione alle persone, non solo ai luoghi, mettendo al centro coloro che ogni giorno si impegnano sul territorio, lo difendono, lo valorizzano, lo custodiscono con amore e fatica, e come piccole lucciole, resistono ancora, malgrado tutto. Abbiamo portato “incoraggiatori” e cercato di dare un colore diverso alle strade e alle piazze, permettendo a chi ha raggiunto la Val Sarmento di abitarne i paesi e non solo di attraversarli.
Abbiamo cercato di fare ciò che Franco Arminio ha affermato nel suo bel discorso all’inizio del sentiero di Noepoli: “dare forza a nuove forme di residenza, aprire le porte all’arte e alla poesia, arieggiare i paesi, esercitarsi all’impensato, agitare le acque, essere una comunità ruscello e non pozzanghera, un continuo impasto di nativi e residenti provvisori, nuovi tipi di abitanti, qualcuno che viene e che va, distanza e intimità”.
Creare un doppio movimento, interno verso la comunità residente ed esterno verso gli abitanti temporanei, per rendere questi luoghi porosi e aperti all’incontro, senza comprometterne l’autenticità. Non prendere come unità di misura il solo turista, ma valorizzare luoghi e territori in particolar modo per chi li abita, e lavorare sulla creazione di una comunità capace di autopromuoversi, senza la presunzione di risolvere i problemi ma con la speranza di innescare dei processi virtuosi.
Nel corso del suo operare è apparso chiaro, a chi ha lavorato in varia misura per la SNAI, che se da un lato ignorare le specificità delle aree interne rischia di accentuarne il ruolo di periferia rispetto ai poli trainanti dello sviluppo economico, sociale e culturale, dall’altro bisogna stare attenti a non cedere alla tentazione di trattarle come “luoghi speciali”, come isole che possono sopravvivere nella modernità solo in uno stato di eccezione, perché questo significa condannarle definitivamente alla marginalità.
La ricucitura di quel continuum territoriale tutto italiano che vede mille città vivere in uno stato osmotico e di reciprocità con ciò che hanno intorno, è la missione ultima di ogni politica che si pone l’obiettivo di superare i divari e le ineguaglianze territoriali. Il movimento femminista, negli anni sessanta e settanta del secolo scorso, ci ha insegnato che la consapevolezza è forza, e che pur sapendo che non si può vivere senza gli uomini, le donne hanno avuto bisogno talvolta di fare un percorso separato, per giungere ad una maggiore eguaglianza.
Così sembra essere per i territori. La crescita della consapevolezza della propria importanza e unicità, del ruolo che ancora giocano e che giocheranno nel futuro del paese, è un passo ineludibile perché si possa rinegoziare uno status non marginale per le aree interne del nostro paese.
E non a caso, “Stato di Noia” è un progetto fatto soprattutto da donne, che parla a tutti gli abitanti e li spinge ad aprire i paesi, favorire lo scambio e la partecipazione affinché ritrovino l’orgoglio, che non è solo amor loci ma anche fiducia nei propri mezzi, maggiore considerazione per le proprie potenzialità, fierezza di appartenere a qualcosa di più grande, che va oltre il proprio campanile.
Stato di Noia nasce tre anni fa da un’idea di Carmela Rinaldi e Nicoletta Guglielmucci (curatrici), Luana Perilli e Guendalina Salini (artiste) e cresce con Paola Brizi (progettista culturale), Veronica Vitale (graphic recorder e formatrice) e Raffaele Carlomagno (insegnante e scrittore), animati dal comune desiderio di unire percorsi, attitudini e sguardi nella co-curatela di azioni artistiche, esperienze di comunità e forme di turismo sostenibile.