Insurrezioni

Stiamo vivendo in un periodo storico durante il quale le società civili stanno tornando a rivendicare i propri diritti ricollocando con consapevolezza i propri corpi all’interno di spazi più o meno emblematici. Nell’era del web 2.0, paradossalmente, è quindi l’abitare, l’occupare fisicamente uno spazio, che sta tornando a fare storia. Per analizzare il rapporto tra le forme d’occupazione e i movimenti di protesta abbiamo cominciato a raccogliere contributi provenienti da varie esperienze – nella speranza di fornirne una mappatura progressiva – intrecciandoli a riflessioni più analitiche che fanno delle pratiche di occupazione il loro oggetto privilegiato.

Kowalski: il cinema a processo

In collaborazione con «il manifesto», pubblichiamo una porzione inedita dell’intervista di Cristina Piccino al regista Lech Kowalski, arrestato per “ribellione” mentre documentava l’occupazione di una prefettura da parte degli operai della GSM&S, e ora in attesa di processo. Il resto dell’intervista è pubblicata oggi sul quotidiano e potete leggerla qui.

Niente Corte, niente miracoli a Siena

Corte dei miracoli, Siena. Alberto Prunetti racconta cosa accade ad uno dei luoghi della cultura, della musica e dell’impegno sociale della città. Una storia che in forme diverse riguarda tutto il Paese, attraversato da una riflessione sugli spazi culturali e sui progetti costituenti nel quadro dei beni comuni.

Un Osservatorio per la libertà di ricerca sui f...

In occasione del seminario che si tiene oggi a Modena pubblichiamo un intervento dedicato alla costituzione di un Osservatorio per la libertà di ricerca sui fascismi di ieri e di oggi. Studiare gli anni Venti e Trenta in Italia, fare ricerca sulla dittatura fascista significa anche studiare, con una seri di rischi, le sue eredità politiche, culturali, sociali nel contesto attuale.

Il concorso alla prova delle CattiveMaestre

Oggi inizia per tantissimi precari e aspiranti insegnanti l’anabasi del concorso. Nonostante molti di loro abbiano già una discreta esperienza e abbiano già dimostrato competenza e conoscenza nei percorsi di abilitazione, si troveranno ancora una volta a rispondere della propria professionalità.

Per una critica del “cervellone in fuga”

Appunti sui percorsi centrifughi del lavoro culturale migrante da un punto di vista working class. Per smontare la retorica euforica della “fuga dei cervelli” in opposizione all’etichettatura che varrebbe solo per gli emigrati del Terzo Mondo.

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