La vergogna sociale in Elena Ferrante
Da “Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante, un ritratto delle italiane del XX secolo” (Iacobelli)
Da “Il libro di tutti e di nessuno. Elena Ferrante, un ritratto delle italiane del XX secolo” (Iacobelli)
Disinnescare il rapporto tra scienza e mascolinità per rendere pensabile il futuro.
Un’immagine nuova di Dickinson che ha a che vedere con il ruolo sociale, di genere e affettivo.
L’assenza fisica di Elena Ferrante ha contribuito a generare uno strumento narrativo efficacissimo per un’indagine sull’identità civile e di genere del cittadino globale.
Con “Memorie di un rivoluzionario timido” (Luca Sossella Editore, 2016) il poeta Carlo Bordini si pone, anche dal punto di vista dello storico quale in effetti è, un interrogativo aperto sugli aspetti meno frequentati di quella rivoluzione che all’inizio degli anni Sessanta, a partire dal boom economico, dilaga in tutti gli aspetti della società civile italiana. Il risultato è un libro che esige un dialogo ulteriore con quanto è ancora rimasto vivo del senso della nostra provenienza collettiva.