Gerusalemme, la necessità di una rottura
La dichiarazione con cui Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme capitale di Israele è stata accolta dal rifiuto di tutta la comunità internazionale.
La dichiarazione con cui Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme capitale di Israele è stata accolta dal rifiuto di tutta la comunità internazionale.
Il rischio di percepire in maniera distorta i conflitti che infiammano varie regioni del mondo, più o meno lontane dal cuore della Fortezza Europa, è un ostacolo che da sempre chi tenta di osservarli deve fronteggiare.
A inizio ottobre il neoeletto premier svedese Stefan Löfven ha annunciato che il suo governo intende riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina. Qualche giorno più tardi, il 13 ottobre, il parlamento britannico ha approvato con una maggioranza schiacciante una mozione, “non vincolante” per l’esecutivo, a favore di un simile riconoscimento da parte del Regno Unito.
Qualche settimana fa, il deputato grillino Alessandro Di Battista ha reso pubbliche su internet alcune riflessioni su Isis, Iraq e in generale sullo scenario vicino orientale. Al di là degli slogan e della strumentalizzazione politica alimentata in egual misura da Pd e M5S, questo testo ha messo in evidenza alcune criticità che caratterizzano il dibattito e il discorso sulle crisi che da tempo ormai tartassano la regione.