
Il diritto umano di dominare
Pubblichiamo in anteprima un estratto tradotto in italiano del volume “The Human Right to Dominate” (Oxford University Press) di Nicola Perugini e Neve Gordon. Il libro uscirà in italiano nel 2016.

Pubblichiamo in anteprima un estratto tradotto in italiano del volume “The Human Right to Dominate” (Oxford University Press) di Nicola Perugini e Neve Gordon. Il libro uscirà in italiano nel 2016.

Le agenzie umanitarie riferiscono di oltre 1000 morti nel campo profughi al-Yarmouk di Damasco dopo il recente attacco dell’Is e l’assedio dell’esercito siriano. L’Onu parla di “situazione disumana”. L’Unicef di una “nuova Srebrenica”.

Sabato ho letto “lode all’impotenza” di Christian Raimo, a proposito dei massacri israeliani a Gaza. Raimo, riprendendo Kurt Vonnegut, spiega che “non c’è nulla di intelligente da dire sugli ultimi bombardamenti a Gaza”.

Quando si parla di libertà di espressione, libertà universitaria e culturale, o di diritto all’educazione in relazione a Palestina-Israele (e, ormai su scala internazionale, in relazione a un possibile boicottaggio di Israele e delle sue istituzioni, fino a che non cesseranno i loro abusi), spesso si dimentica che queste sono alcune delle normali condizioni in cui funziona, da decenni, l’insegnamento e la vita accademica palestinese.

Anche quest’anno durante il mese del Ramadan, e in crescita rispetto allo stesso mese del 2012, le autorità israeliane hanno rilasciato centinaia di migliaia di permessi ai palestinesi dei territori occupati (in particolare della Cisgiordania).

Nicola Perugini analizza le modalità di produzione di quella “verità sul terrore” che i media propongono come ermeneutica collettiva in tempo reale.

In una delle pagine del sito di Skylink Group, un articolo dal titolo “Non sparate, siamo i bravi ragazzi”, scritto da un giornalista del Canadian Business dipinge gli operatori di Skylink come gente dal cuore impavido, benefattori che nelle operazioni in Kosovo hanno “schivato le pallottole” e lanciato aiuti umanitari dagli aerei della compagnia già “nei giorni prima della fine del bombardamento NATO”. [qui la prima, la seconda e la terza parte]

Il filantropo Arbib è da tempo protagonista di iniziative portate avanti in collaborazioni con organizzazioni internazionali, non governative e istituzioni governative di vari paesi [qui la prima e seconda]

La cartografia e l’ecologia politica che propongo mirano a produrre una migliore comprensione e consapevolezza di come gli eventi catastrofici attivano regimi e meccanismi che poi rivelano intrecci più ampi, più globali, tra catastrofi, umanitarismo, governo dell’emergenza e violenza.