Pubblichiamo alcune foto di Bruno Cattani che ritraggono gli ospedali psichiatrici di Novara, Colorno e Reggio Emilia, in stato di abbandono dopo l’applicazione della Legge Basaglia del 1978. Le foto sono estratte dalla serie Luoghi della follia.
Alla fine del Medioevo la lebbra sparisce dal mondo occidentale. Ai margini della comunità, alle porte delle città, si aprono come dei grandi territori che non sono più perseguitati dal male, ma che sono lasciati sterili e per lungo tempo abbandonati. Per secoli e secoli queste distese apparterranno all’inumano. Dal XIV al XVII secolo aspetteranno e solleciteranno, attraverso strani incantesimi, una nuova incarnazione del male, un’altra smorfia della paura, magie rinnovate di purificazione e di esclusione. A partire dall’Alto Medioevo fino al termine delle Crociate, i lebbrosari avevano moltiplicato le loro città maledette su tutta la superficie dell’Europa. Secondo Mathieu Paris, in tutto il mondo cristiano ce ne sarebbero stati fino a diciannovemila. In ogni caso, verso il 1266, quando Luigi VII stabilisce per la Francia il regolamento dei lebbrosari, ne vengono recensiti più di duemila. Ce ne furono fino a quarantatré nella sola diocesi di Parigi; si contava Bourg-le-Reine, Corbell, Saint-Valé, e il sinistro Champ-Pourri; si contava anche Charenton. I due più grandi si trovavano nelle immediate vicinanze di Parigi – Saint-Germain e Saint-Lazare: ritroveremo i loro nomi nella storia di un altro male.
Michel Foucault, Storia della follia nell’età classica
Bruno Cattani inizia la sua carriera fotografica nel 1990 con un’indagine sui luoghi dell’arte, e prosegue con un reportage su quelli della follia. L’interesse per la dimensione umana del tempo rappresenta una costante del suo lavoro, e trova il suo pieno sviluppo in Memorie, esposto alla Biennale di Venezia 2011. La sua ricerca fotografica arriva a scandagliare la dimensione erotica e quella del gioco infantile, passando per il lavoro in fabbrica, in un dialogo costante tra storia e immaginario.