Ascoltare il Sud, alla scoperta di nuove geografie del suono

Si è da poco conclusa a Firenze, presso Villa Romana, la seconda edizione di Süden radio, simposio internazionale e open call for soundworks dedicata ai paesaggi sonori del Sud organizzata da Radio Papesse, radio di riferimento per l’arte sonora e contemporanea con un team tutto al femminile.

suono

 

Ne proponiamo un resoconto, in attesa del podcast disponibile prossimamente sul sito di Radio Papesse.

South, Sud, Sur, Süden, Sul, Etelä, Nóτια, al-janúb: possiamo avvicinarci al Sud senza ridurlo a mero termine geografico, monolitico e stereotipato? Possiamo concepire il Sud più come un metodo, una modalità di conoscenza del mondo, un concetto epistemologico? La risposta è sì, ma se lo ascoltiamo: indagato attraverso il suono, il Sud diviene un fenomeno multipolare, sfaccettato e complesso, dal quale emergono una pluralità di voci, prospettive e pratiche. È su questo tema che si è svolta la seconda edizione di Süden radio, dal titolo New geographies of sound – Listening South, organizzata a Firenze da Radio Papesse dal 19 al 22 aprile nella sede di Villa Romana.

Il simposio di tre giorni ha riunito professionisti, curatori, artisti e produttori radiofonici per approfondire l’emergere di nuove geografie del suono provenienti dal Sud del bacino del Mediterraneo e per esplorare, tra estetiche e politiche di trasmissione sonora, i paesaggi radio (radioscapes) in quanto piattaforme di riappropriazione, legittimazione e ri-territorializzazione.

Seguendo l’apporto degli studi post-coloniali e dei cultural studies, il dialogo tra i partecipanti non ha risparmiato il discorso sui pregiudizi, i limiti e le proiezioni della ricerca stessa. Il giovedì sera, due interventi teorici hanno offerto il primo quadro di riferimento.

Leandro Pisano, curatore, critico e ricercatore indipendente, autore del libro Nuove geografie del suono. Spazi e territori nell’epoca post-digitale, appena edito da Meltemi e che ha ispirato il titolo del simposio, ha spiegato come sia possibile fare esperienza di un sud non geografico ma piuttosto epistemologico attraverso le pratiche di quegli artisti che usano il suono per indagare aree rurali, luoghi abbandonati e spazi di confine, per aprire nuove prospettive di confronto con la storia e per ascoltare i suoi lati nascosti.

A seguire, Simone Frangi, ricercatore, critico d’arte e curatore, ha restituito un racconto della costruzione di un sud ideologico nella cultura contemporanea italiana a partire dalle imprese coloniali fasciste nel mare nostrum e in Africa orientale. Chloé Despax, sound artist e produttrice radiofonica, ha chiuso la serata guidando i presenti nella prima sessione di ascolto dei lavori sonori selezionati insieme a lei da Lucrezia Cippitelli e Ilaria Gadenz e Carola Haupt di Radio Papesse, giuria dell’open call for soundworks di Süden Radio. È possibile ascoltare da casa tali lavori tramite la pagina dedicata da Radio Papesse alla shortlist degli artisti selezionati.

Il venerdì pomeriggio Lucrezia Cippitelli, curatrice e docente di estetica all’Accademia di Brera, ha riportato l’estrema difficoltà della storia dell’arte occidentale a riconoscere le produzioni artistiche extra-occidentali come afferenti ad altri e seri specifici canoni culturali e il persistere delle logiche eurocentriche all’interno delle nostre istituzioni e concezioni.

Attraverso una sessione di ascolto performativa, basata su lavori personali e di altri artisti presenti sulla piattaforma di sound art Saout Radio, l’artista sonora Anna Raimondo ha invece proposto una riflessione polifonica e multi-sonica per destrutturare il concetto di identità e mostrarne la natura dinamica e relazionale.

In serata, Golo Föllmer, ricercatore dei media e musicologo presso la Martin Luther Universität ad Halle-Wittenberg, ha presentato la piattaforma di ascolto online Radio.Garten, una mappa interattiva del globo da cui si possono ascoltare i canali radio di differenti stazioni in tutto il mondo, frutto di una ricerca pluriennale sulla costruzione delle identità radiofoniche tra dinamiche locali e globali.

Claudia Wegener, sound e media artist tedesca, ha invece raccontato l’esperienza partecipativa di radio continental drift che coinvolge le donne che vivono sulle sponde dello Zambesi. Qui è nato The women sing at the both side of Zambezi, progetto audiovisivo di scambio culturale internazionale tra donne dello Zimbawe e donne di altre comunità straniere. Al confine tra pratica artistica, storytelling digitale e formazione, tale forma di autobiografia orale in cui le donne usano i microfoni per riprendersi durante momenti di vita quotidiana e creare podcast ascoltabili in tutto il mondo, afferma la radio come pratica di narrazione e di ascolto comunitario, atto, modo e strumento di empowerment da parte delle donne.

Ha chiuso la serata Andrea Borgnino, giornalista, conduttore radiofonico e autore della rubrica Interferenze di Radio3Mondo, con un breve e intenso intervento sul ruolo, attualissimo, della radio nel contesto di guerra siriano. Dato che la rete di telefonia mobile è controllata dal regime di Assad, nel giro di tre anni sono nate moltissime radio libere raccolte ora in un unico network che sfrutta la connessione internet satellitare (Syrnet): i ribelli siriani riescono così a comunicare tra loro e tener vivo il morale delle persone attraverso emissioni musicali, dimostrando come in situazioni belliche la radio rimanga il modo più sicuro con cui restare in contatto con gli altri. La parte triste della storia, quella nera, è che anche l’ISIS ha una propria radio, radio al Bayan, voce dell’ideologia jihadista all’opera sui territori in mano allo stato islamico.

Il sabato mattina Fari Bradley, artista sonora, compositrice e conduttrice radiofonica anglo-iraniana, ha mosso una riflessione critica sulla costruzione delle soundmaps o mappe sonore (nate dalla pratica di viaggiare, registrare luoghi e taggarli su una mappa geografica online), auspicando un approccio più critico e impegnato rispetto alla semplice cartografia sonora. Tale prospettiva è stata esemplificata all’assemblea tramite una selezione dei lavori prodotti dall’artista assieme al collega Christopher John Weaver, tutti caratterizzati da uno spiccato aspetto site-specific in cui la produzione del suono e il suo ascolto chiamano in causa di volta in volta gli aspetti architettonici del luogo e/o quelli socio-culturali.

Emeka Ogboh, artista sonoro nigeriano di base a Berlino, ha presentato il progetto Lagos Soundscape con cui dal 2008 documenta i suoni di Lagos. Punto di ascolto privilegiato per comprendere la capitale nigeriana attraverso il suono è la rete di caratteristici autobus gialli modello Valkswagen T2. Lo stato di terribile e perenne concorrenza, dato dal fatto che ogni conducente porta avanti il proprio commercio in maniera indipendente, ha portato a trovare i modi più efficaci per attirare l’attenzione dei possibili clienti all’interno del traffico della città, che siano buffi clacson, musica accattivante o rap improvvisati. Essendo teatro di diverse attività sociali produttrici di suono, i furgoncini gialli e le loro stazioni contribuiscono a creare il particolare soundscape della città e donano un riferimento sonoro importante per orientarsi nel caos urbano.

Ha chiuso il simposio la seconda sessione di ascolto dei lavori selezionati dalla call for soundworks di Süden radio, al termine della quale la giuria ha annunciato il brano vincitore della call: Epiphany di Alyssa Moxley, una registrazione ambientale raccolta nel porto del Pireo nel giorno dell’Epifania, in occasione del tradizionale concerto per sirene da nave che segna la fine della stagione delle acque pericolose per la comunità dei pescatori. Tale field recording ha affascinato la giuria in quanto semplice e articolata allo stesso tempo: sui differenti suoni delle sirene delle navi provenienti da distanze diverse, si stagliano altre figure sonore come il suono dei campanili vicini, l’abbaiare di un cane, ecc. La fine della brutta stagione segna il superamento di un altro inverno e significa un nuovo inizio, l’inizio di una nuova stagione ma anche l’inizio di nuove possibilità di raggiungere l’Europa. Per i suoi diversi livelli di ascolto e di lettura, Epiphany è un brano che risuona nell’oggi, verso le differenti sponde del Mediterraneo, verso i molteplici e possibili Sud.

Come per la prima edizione, Süden radio si conferma un’operazione culturale di alto profilo, al confine tra arte sonora e contemporanea, studi post-coloniali, media e sound studies. Una tappa fondamentale per tutti quelli che vogliano conoscere il mondo dell’arte sonora contemporanea italiana, europea e internazionale.

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