Pubblichiamo “La lotta solidale dei paesi africani”, un estratto da La rivoluzione algerina e la liberazione dell’Africa. Scritti politici (1957-1960), una serie di articoli inediti di Frantz Fanon pubblicati in forma anonima nell’edizione francese della rivista El Moudjahid, appena usciti nell’edizione italiana curata da Gabriele Proglio per Ombrecorte.
Questo intervento fu pronunciato da Fanon ad Accra nel 1958, in occasione della Conferenza per la Pace e la sicurezza in Africa.
Questa conferenza, che ci dà la possibilità di incontrarci e di esporre le situazioni concrete nelle quali gli uni e gli altri si trovano impegnati, segna un momento importante nella lotta contro la dominazione coloniale. Nel corso dei nostri lavori dovremmo cercare di stabilire le forme dinamiche di lotta in grado di sventare le manovre di un avversario che, nessuno può dubitarne, semplicemente non intende ritirarsi dall’Africa […].
La caratteristica fondamentale del movimento africano di liberazione è che si colloca fin dall’inizio a un livello internazionale. Il fatto è che l’Africa vive piegata sotto al giogo degli stranieri e gli interessi dell’imperialismo obbediscono a una solidarietà organica.
Certo, tra le potenze coloniali esistono delle contraddizioni importanti, ma non bisogna mai dimenticare che il loro sfruttamento deve rimanere tattico senza mai alterare la strategia della liberazione del continente. Bisogna accettare di cercare alleanze tattiche con potenze coloniali dagli opposti interessi per indebolirle, facendo però attenzione a che queste alleanze non indeboliscano mai le nostre posizioni dottrinali.
Ogni africano deve sapersi impegnare nella lotta di liberazione del continente e deve poter rispondere fisicamente, in modo concreto, al richiamo di questo o quel territorio. Ogni partito africano deve sviluppare la coscienza africana del proprio popolo. Pensiamo che non sia possibile, di fronte alle implacabili mire imperialiste, praticare una politica di accordi particolari con le forze colonialiste. Non bisogna separare la battaglia nazionale dalla battaglia africana. Se questa separazione dovesse orientare la strategia globale della lotta, assisteremo a una riconversione del sistema coloniale o a un cambiamento di fisionomia o a una magica operazione di mimetizzazione e l’ipoteca imperialista rimarrà viva sul suolo africano.
La volontà nazionale in Africa oggi presuppone la volontà di liberazione dell’Africa. Ogni propaganda, ogni parola d’ordine, ogni appello alle masse deve avere ai primi posti un riferimento alla lotta per la liberazione dell’Africa. Non è possibile che un algerino sia veramente algerino se non sente dentro di sé il dramma inqualificabile che si sta consumando in Rhodesia o in Angola. L’anticolonialismo di un africano, anche se è già indipendente, non […] può essere ricondotto a una presa di posizione morale.
Ogni africano è un soldato anticolonialista e sappiamo bene che, in determinate circostanze, non abbiamo altra scelta che quella delle armi. L’anticolonialismo dell’africano è un anticolonialismo di lotta e non un settore della coscienza etnica – i colonialisti belgi, inglesi o francesi dovranno abituarsi a vedere in ogni africano un implacabile nemico della loro dominazione in Africa.
L’algerino, nella lotta che sta combattendo da più di quattro anni contro un esercito di quasi un milione di soldati, ha rafforzato la sua coscienza nazionale e insieme la dimensione africana della sua esistenza. L’intero edificio coloniale africano risente nel più profondo della sua sostanza i contraccolpi della guerra d’Algeria; e le innovazioni politiche francesi nel resto dell’Africa sono sorte sotto la pressione della guerra d’Algeria. Più precisamente, la legge-quadro e la recente comunità degli Stati sono stati proposti in particolari momenti in previsione dell’apertura di un eventuale fronte armato nei territori sotto dominazione francese.
Il popolo algerino lotta per la liberazione dell’Africa e contribuisce con gli altri popoli a cacciare il colonialismo dal nostro continente. L’Africa è in guerra contro il colonialismo ed è impaziente. I paesi africani devono costruire un’associazione di lotta, perché il nemico è potente, forte e le sue possibilità di manovra continuano a essere rilevanti. I Paesi africani devono unirsi, perché l’imperialismo, da parte sua, consolida le proprie posizioni e scopre nuovi aspetti e nuove forme di continuità.