108 metri: l’incipit

Pubblichiamo l’incipit di 108 metri. The new working class hero di Alberto Prunetti, in libreria a partire dal 29 marzo per Editori Laterza. 

108 metri incipit

 

il lavoro culturale presenterà 108 metri in prima nazionale venerdì 6 aprile presso la sala storica della Biblioteca degli Intronati di Siena, alle 17,30. Interverranno Bianca Laterza (editor) e Anna Gialluca (direttrice editoriale Laterza), Dimitri Chimenti (insegnante) e Giulia Romanin (redazione il lavoro culturale). L’autore leggerà alcuni brani del libro. 

God Save the Queen. Pronunciate queste parole, non mi ero mai sentito tanto inglese. Col giuramento formulato al cospetto della Regina terminava il mio corso di formazione. Vivevo nel Regno Unito e il seminario di cinque ore mi valse il “Food and Health Certificate”, un titolo nobiliare che in Inghilterra si rilascia per legge a chi, assunto nella ristorazione, manipola o serve alimenti, sia sguattero o maestro di sala.

Del resto, correvano tempi infausti. Il barometro segnava tempesta. Si diffondevano il sospetto e la miseria, il fastidio verso gli stranieri e le passioni tristi. Venti carichi di rancore soffiavano e disperdevano, come barattoli di latta vuoti che rotolano sull’asfalto, il vittimismo nostalgico verso l’Impero coloniale e l’ansia per la minaccia di attacchi terroristici. Dalle cucine di Sua Maestà si annunciava un combattimento all’ultimo sangue. Anch’io ero pronto alla pugna, ma le mie fila erano poco patriottiche e alquanto squinternate.

Ramingo e plebeo, avevo fatto il mio ingresso nella Skank, la Stonebridge Kitchen Assistant Nasty Kommittee, scritto con la K, il Sudicio Comitato di Addetti alle Cucine di Stonebridge. La più determinata gang di cuochi manigoldi che si potesse avere la fortuna di incontrare. Congratulations, dicevamo in faccia ai nostri datori di lavoro, avete assunto a paga in fuga dai contratti a chiamata italiani – costituiva la parte “studiata” della banda. Gerald era un attore radiofonico quasi settantenne che idolatrava Shakespeare: dopo un trauma celebrale aveva iniziato a lavorare in cucina e si divertiva a spaventare gli studenti. Usava una tecnica teatrale raffinatissima: con il ramaiolo in mano, intento a servire zuppe di fecola di patate addensate come cemento, replicava all’immancabile formula di cortesia dei bravi scolari inglesi con voce da orco: “pleasure, my pleeeeasuuuure”, mentre una goccia di sudore scivolava dai cigli folti e cadeva nei vassoi caldi di sbobba con onde circoncentriche. Puzzava come un vecchio capro e indossava da mesi la stessa maglietta, coronata da aloni minerali di sudore e impreziosita dalla sindone del “ragù alla bolognaise” o dall’unto del fritto. È a lui che talvolta tornano i miei pensieri: un saluto a te, Gerald, grande artista, che conoscevi l’Amleto a memoria, cantavi Rossini e lasciavi sgomenti grandi e piccini.

Che team che eravamo… Maestri d’ogni arte culinaria, brillavamo per la unauthorised abscence, misconduct e incompetence, ma ci facevamo onore anche nel lack of application. Certuni preferivano il theft, vale a dire il latrocinio, ma tutti eccellevano nel fighting e nel serius damage to company property, la distruzione dei beni della ditta. Nel campo dell’immagine aziendale eravamo da copertina, evidenti maestri per dishonesty e afflitti da intoxication by means of drink, mentre alle relazioni pubbliche con clienti e fornitori offrivamo tutto il calore della nostra violent, dangerous and intimidating conduct.

Che ciurma, che teppa! Canaglie di tutto il mondo, unitevi! Ross, Ian, Gerald e Fatty-boy. E anche Silver, cuoco e contrabbandiere. Ohi-yo! Ohi-yo! E prima di loro c’era stato Rodrigo, l’aiutopizzaiolo angloequadoregno adrenalinico, e Brian, lavacessi di Bristol, insigne mentore nell’arte dello staso a mani nude dei vespasiani otturati. Tutti eroi working class con cui ho giocato a calcio, ho sfogliato tabloid parapornografici, ho pulito pisciatoi e mense passando da un licenziamento all’altro, inseguito da cupi fantasmi e dai titoli euroscettici del “Sun”, alla ricerca di un modo onorevole per sopravvivere sotto lo scettro di Sua Maestà.

Ho giurato. Dio salvi la Regina. E chi entra nel Regno pulisca la latrina.

Print Friendly, PDF & Email
Close